STEFANO BROGIONI
Cronaca

Giallo delle valigie, nel tatuaggio la svolta delle indagini. Proseguono le ricerche

La Procura ha intanto disposto l'esame del Dna. Oggi proseguono le ricerche della probabile quarta valigia.

Shpetim e Teuta Pasho

Shpetim e Teuta Pasho

Firenze, 16 dicembre 2020 - Svolta nel "giallo delle valigie". Vari indizi stanno accreditando l'ipotesi secondo la quale i cadaveri fatti a pezzi e ritrovati in tre valigette nei campi che confinano col carcere fiorentino di Sollicciano, corrisponderebbero a quelli di una coppia di coniugi albanesi. Si tratterebbe di Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni, scomparsi da Castelfiorentino nel 2015. Elemento chiave il tatuaggio rinvenuto sul cadavere dell'uomo, che riporta il nome della città di origine, Vlore (Valona) e le iniziali del nome: S.H.P. L'uomo, dall'autopsia, risulta essere stato accoltellato alla gola e la donna picchiata brutalmente e quindi strangolata. La Procura ha intanto disposto l'esame del Dna. Ulteriore elemento di indizio è che all'epoca della scomparsa della coppia, il loro figlio, per reati connessi alla droga, era in carcere proprio a Sollicciano. E i due genitori alloggiavano in un appartamento lì vicino. Oggi proseguono le ricerche della probabile quarta valigia. I carabinieri ieri avevano utilizzato per tre ore i cani molecolari dell'unità cinofila di Bologna ma avevano trovato grandi difficoltà tecniche perché le siepi tra Sollicciano e il viadotto della Fi-Pi-Li sono estremamente fitte.

L’identificazione dei cadaveri è il primo passo per dipanare un enigma. Intanto, se il riconoscimento dei Pasho avesse esito positivo, questo sgombrerebbe il campo dall’ipotesi di maniaci e serial killer. E tutto parte dall’inizio, dalla stretta rete di conoscenze che Shpetim e Teuta avevano qui in Italia. Chi poteva avere un conto da regolare? Quale dissapore da lavare con il sangue? Prende corpo anche l’ipotesi di una faida fra famiglie.