
Matteo Trefoloni, ex arbitro internazionale
Prato, 31 gennaio 2020 - Tutti assolti, nel capitolo penale, per la "calciopoli" toscana. L’accusa di frode sportiva per le partite del campionato di Eccellenza e Promozione della stagione 2016/2017 che provocò un terremoto fra i Dilettanti, cade davanti al giudice Daniela Migliorati. Con una sentenza ("il fatto non sussiste") che ridimensiona i comportamenti dei tesserati, contestati dai pm della procura di Prato Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, in episodi di competenza della giustizia sportiva, che ha fatto il suo corso. Un capolavoro dei difensori, che hanno dimostrato l’assenza di "denaro o altra utilità", anche solo promessi, al fine di alterare i risultati. Le accuse prendevano corpo dalle conversazioni intercettate nella parte finale di quella stagione nell’ambito di un’inchiesta sull’immigrazione di giovani calciatori dall’Africa che coinvolgeva pure il patron del Prato, Paolo Toccafondi. Secondo il giudice Migliorati, sarebbe dunque venuto meno il presupposto su cui si fonda il reato contestato dalla procura pratese, cioè la frode sportiva. I pm avevano chiesto il rinvio a giudizio per tredici tesserati. Tra questi anche l’ex designatore degli arbitri ed ex giacchetta nera di serie A, il senese Matteo Trefoloni, accusato di aver propiziato un arbitraggio favorevole alla Sestese nello spareggio salvezza contro il Chiusi.