MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

22 settembre 1792, quando la Rivoluzione Francese cambiò il calendario

I mesi avevano nomi tratti dai cicli della natura, i giorni si chiamavano come animali e frutti, il culto dei Santi venne sostituito con quello dei Martiri della Rivoluzione e il Capodanno coincideva con l'equinozio d'autunno

I mesi del Calendario Rivoluzionario Francese (foto web)

I mesi del Calendario Rivoluzionario Francese (foto web)

Firenze, 22 settembre 2022 – Tra i tanti cambiamenti che introdusse la Rivoluzione francese, quello più curioso è stato certamente la sostituzione del calendario gregoriano con quello “rivoluzionario”, che entrò in vigore il 22 settembre del 1792, primo giorno del primo anno della Repubblica rivoluzionaria francese. Sotto l’influenza delle idee illuministe, i capi giacobini cercarono di fondare la Rivoluzione su nuovi ideali, nuovi valori religiosi e morali che sostituissero quelli del passato. Per questo venne approvato un simile calendario che, di fatto, doveva andare a sostituire “l’era cristiana” con “l’era rivoluzionaria”. In base a questo calendario, i 12 mesi non solo avevano un ordine diverso, ma anche nomi nuovi, poetici e fantasiosi, tratti dei cicli della natura, dai lavori agricoli e dalle condizioni climatiche. Il primo mese dell’anno era Vendemmiaio cui seguiva Brumaio, Frimaio, Nevoso, Piovoso, Ventoso, Germinale, Fiorile, Pratile, Messidoro, Termidoro e Fruttidoro. Ogni mese era formato da 30 giorni (a cui alla fine se ne aggiungevano altri 5, oppure 6 negli anni bisestili) diviso in tre decadi. Le domeniche vennero sostituite da alcune festività rivoluzionarie spesso collegate alle antiche tradizioni popolari, come le feste di maggio nelle quali si piantavano gli “alberi della libertà”. Altra particolarità: il Capodanno coincideva non certo con l’inizio di gennaio, ma con l’equinozio d’autunno. Ogni giorno del mese prese un nome da una pianta: ad esempio il primo giorno di Vendemmiaio si chiamava ‘Raisin’ (Uva), e poi Safran (Zafferano), Chataigne (castagne) e così via. Il quinto giorno, ossia il “quintidì” di ogni decade portava invece il nome di un animale (per il mese di Vendemmiaio era ad esempio “Chaval”, cavallo) mentre il decimo “decadì” quello di un utensile agricolo (come “Cuve”, tino). Poi c’erano i “giorni sanculottidi” che erano quelli supplementari di fine anno, tra cui il “Giorno del genio” o del “lavoro” o “dell’opinione”. Anche il culto dei Santi del giorno venne sostituito dal culto dei ‘Martiri’ della rivoluzione, primo fra tutti Marat, o dall’adorazione di alcune donne personificanti la ‘Libertà’ che venivano portate in processione nelle chiese trasformate in ‘templi della Ragione’. Ma questo radicale processo di “scristianizzazione” non era benvisto dei capi giacobini come Robespierre, il quale era contrario all’ateismo considerato come una causa della corruzione e dell’immoralità. Perciò la Convenzione prima ristabilì la libertà di culto e poi, nel maggio del 1794, emanò un decreto che riconosceva “l’esistenza dell’Essere supremo e dell’immortalità dell’anima”. All’Essere supremo venne anche dedicata una grande festa nazionale l’8 giugno del 1794. Quanto al nuovo calendario, rimase in vigore fino a quando Napoleone Bonaparte non lo sospese. Nasce oggi Rosamunde Pilcher nata il 22 settembre 1924 a Lelant, in Cornovaglia. Scrittrice britannica di fama mondiale, soprannominata la “signora dei romanzi rosa”, da molti dei suoi romanzi sentimentali sono stati tratti film di grande successo. Ha scritto: “Amare non significa trovare la perfezione, ma perdonare terribili difetti”.