ANDREA MASCELLANI
Cronaca

La Toscana a passo lento: incontro e dialogo sui cammini storici

Strategie e proposte per valorizzare i percorsi storici e naturali della regione

Uno dei percorsi del progetto Cammini in Toscana

Uno dei percorsi del progetto Cammini in Toscana

Firenze, 4 settembre 2024 - La Toscana, con i suoi paesaggi incantevoli e la ricca storia, è una delle regioni italiane che meglio si presta al turismo lento e ai cammini. Questo tipo di turismo, che privilegia la scoperta del territorio a un ritmo più rilassato, lontano dalle folle e dai luoghi comuni, permette di entrare in contatto profondo con la cultura, la natura e la gente del posto. In Toscana, il turismo lento trova la sua espressione ideale nei numerosi cammini che attraversano la regione, offrendo un’esperienza autentica e rigenerante. Il turismo lento è una filosofia di viaggio che invita a rallentare, a prendersi il tempo per apprezzare i dettagli, e a vivere un’esperienza più consapevole e sostenibile. In Toscana, questa modalità di viaggio si traduce in percorsi che attraversano borghi medievali, colline verdi, vigneti e oliveti, e che permettono di immergersi in un paesaggio unico al mondo. I cammini toscani sono, infatti, l’occasione per conoscere le tradizioni locali, degustare prodotti tipici e scoprire tesori artistici nascosti, lontano dai circuiti turistici più battuti.

La conferenza

Si è tenuta oggi 4 settembre, a partire dalle 14.30, nell'Aula Magna della Scuola di Agraria, una conferenza dal titolo: I Cammini della Toscana come motore del turismo slow.  Il meeting aveva lo scopo di promuovere la centralità di queste rotte riconosciute dalla Regione Toscana e nate grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Agraria, veri e propri punti di accesso al patrimonio storico-artistico e naturalistico regionale e ha coinvolto istituzioni ed enti locali. A condurre la conferenza è stato Gianluca Bambi, ricercatore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie (DAGRI). Grazie alla collaborazione con l'università di Agraria è stato possibile, mappare e rendere accessibile a tutti, i 1500 km che costituiscono l'intera rete dei Cammini in Toscana. La conferenza nasce, infatti, proprio dal progetto di rendere accessibile anche alle bici i 428 chilometri del cammino della Via di San Francesco in Toscana

Fra i tanti interventi vogliamo riportare in particolare quello dell'assessore al Turismo Jacopo Vicini in qualità di rappresentante del Comune di Firenze, quello di Simone Orlandini direttore del Dipartimento di Agraria. e quello di Maurizio Rosellini presidente di Final Furlong, rete d'imprese dedicata allo sviluppo territoriale attraverso il cavallo. 

Turismo virtuoso e overtourism

L'intervento del giovane assessore del comune di Firenze, Jacopo Vicini, inserisce la tematica dei Cammini come forma di turismo, parlando della differenza fra un turismo sano e uno che porta invece problematiche alla cittadinanza:

 "Il turismo in Italia e più in particolare a Firenze, ad oggi, è diventato sempre più una questione complessa, una risorsa certamente ma a volte anche un problema. Il fenomeno dell'overtourism, ovvero il sovraffollamento di alcuni luoghi in determinati periodi dell'anno, comporta un disagio non da poco per tutta la cittadinanza. In questo contesto, il turismo vissuto sotto forma di cammino, invece, si rivela una tipologia di turismo virtuoso. I dati, inoltre, ci dicono che proprio questa tipologia sta crescendo esponenzialmente facendo dei numeri straordinari. I Cammini della Toscana possono rappresentare,  infatti, un tipo di turismo più sostenibile e civile, che ci porterebbe a decongestionare le grandi città, distribuendo i nostri visitatori su tutto il territorio. 

L'importanza della ricerca 

Simone Orlandini, direttore del Dipartimento di Agraria, si è focalizzato invece nel raccontare quanto sia importante per la società e in questo caso per la realizzazione del progetto dei Cammini in Toscana, la ricerca costante attuata dall'università: "Queste iniziative sono molto importanti perché la ricerca si apre alla società. La ricerca non deve rimanere chiusa nell'ambito accademico ma deve sempre più aprirsi a tutti i cittadini, non solo nella comunicazione del proprio lavoro ma mostrando concretamente ciò che si può fare grazie alla collaborazione di questa istituzione. Siamo qui perché vogliamo portare sul territorio quanto facciamo e il frutto del nostro lavoro che coinvolge non solo accademici ma tutti i cittadini come ad esempio gli agricoltori, che ci permettono di avere turismo, biodiversità e controllo sul territorio. 

Equiturismo: una nuova forma di turismo

Maurizio Rosellini in qualità di presidente di Final Furlong, racconta come il turismo a cavallo sia molto in voga in Europa ma che ancora nel nostro paese non sia preso abbastanza in considerazione:

"Il fenomeno dell'equiturismo non porta valori aggiunti solo per chi va a cavallo, ma a tutti i settori coinvolti. In Europa ha un valore di dieci miliardi e mezzo, ma in Italia si fa fatica anche solo a pensarci. L'equiturismo è un'ottima soluzione al fenomeno dell'overtourism perché rende più periferico il flusso di persone e si sovrappone perfettamente con quello dei cammini. Le aree interne delle nostre regioni, le zone, quindi, più rurali e periferiche, sono l'unica soluzione che abbiamo per contrastare un turismo che nel giro di pochi anni potrebbe diventare ingestibile. Quello dell'equiturismo, è un turismo anche spirituale, che richiama la spiritualità del viaggio, che apporta valori economici e sociali".