Firenze, 6 gennaio 2023 - Zelda non c’è più. L’ha scavata dentro come un fulmine gelido un nemico invisibile massacrandola di spasmi in un pugno di minuti, mentre i suoi occhi atterriti non capivano perché mai la corsa nel prato sotto casa stavolta fosse finita così e non con la festa delle crocchette nella ciotola. In queste ore all’istituto zooprofilattico di Firenze, dove i resti della cucciola sono stati sottoposti a esame autoptico, è saltato fuori il nome dell’arma usata dal suo assassino: la stricnina, un alcaloide che si estrae dalle piante, brutalmente tossico, in grado di uccidere un cane tempo zero.
La prima vittima è stata Tea, un labrador nero di quattro anni dagli occhi dolcissimi, morta il 29 dicembre sotto un tavolo di cucina, nascosta per l’orrore, già chiusa al mondo a cui si è riaperta solo un ultimo attimo, per l’abbraccio della sua padrona Lisa scoppiata in lacrime prima ancora che il veterinario finisse di salire le scale per tentare il miracolo. Anche Tea era tornata da quel parco, un fazzolettone verde a San Bartolo a Cintoia, periferia ovest di Firenze, dove la città mastica gli ultimi lembi di campagna e la skyline è fatta di palazzi saltati su come in un Tetris ribaltato man mano che il grumo urbano alla fine del secolo scorso allargava i polmoni.
Qui, da giorni, si vive nell’incubo. Otto cani morti avvelenati (tutti con gli stessi sintomi) altrettanti riacciuffati per un pelo dai veterinari, e una psicosi dilagante spalmata dalla paura digitale dei vari gruppi Facebook in quasi mezza città. "C’è un pazzo che uccide i nostri animali". Le segnalazioni arrivano a macchia di leopardo. Cani in preda a convulsioni con zampe rigide e occhi sbarrati dopo aver ficcato il muso tra l’erba e nei cespugli lungo gli argini dell’Arno, sulla Greve – piccolo corso d’acqua che separa il capoluogo da Scandicci – perfino al parco delle Cascine. Le forze dell’ordine sono allertate ma scovare un folle (o più di uno) che lascia cadere polvere per terra è come cercare un ago in un pagliaio.
"La stricnina può essere ovunque, anche impastata nel terreno. – avverte David Sacchi, veterinario del quartiere che sta soccorrendo molti animali – Che fare se il cane inizia ad avere convulsioni? L’unica speranza è una lavanda gastrica rapidissima ma purtroppo questo veleno non dà quasi mai scampo". Intanto il Comune ha interdetto l’accesso al parco dove si sono registrati i casi più numerosi. Ieri dopo la conferma degli avvelenamenti Palazzo Vecchio ha poi diffuso una nota: "Nei prossimi giorni partiranno le analisi in modo da predisporre la bonifica. Dai sopralluoghi non sono state trovate tracce di veleno, esche o polpette. Ora analizzeremo l’erba". "In attesa dei risultati invitiamo i cittadini alla massima prudenza, anche in altre aree verdi limitrofe", dice l’assessore all’ambiente Andrea Giorgio. "Siamo preoccupati, ma fiduciosi che si individuino cause e colpevoli" aggiunge il presidente del Quartiere 4, Mirko Dormentoni, nel rione una sorta di mini-sindaco a cui tutti chiedono conto di tutto.