Firenze, 29 gennaio 2025 – Sono partiti i festeggiamenti per il Capodanno Cinese. La ricorrenza, che si festeggia con sfilate in costumi tradizionali, parate scenografiche, spettacoli e cerimonie, comincia il 28 gennaio, giorno della vigilia, e termina il 12 febbraio, festa delle Lanterne. Le China Town delle principali città italiane si stanno preparando al Capodanno con grandiose parate, esibizioni di arti marziali, balli e spettacoli di teatro.
Perché il Capodanno è il 29 gennaio
Il Capodanno Cinese è uno degli eventi più attesi e celebrati dalle comunità asiatiche e non solo: il 29 gennaio chiude il calendario lunisolare e, in corrispondenza del novilunio, si accoglie il nuovo anno. Secondo la tradizione cinese, il 2025 saluta il Drago e dà il benvenuto al Serpente, o ‘piccolo drago’, il sesto dei dodici segni zodiacali dell’oroscopo cinese e simbolo portatore di saggezza che invita all’introspezione ed alla trasformazione.
I festeggiamenti a Prato
A Prato, che ospita la comunità di cinesi più grande d'Italia, le spettacolari sfilate del Drago e la danza del Leone sono previste per l'8 e il 9 febbraio. Sabato la sfilata attraverserà le vie del Macrolotto 1 e 2, fulcro della comunità cinese, il giorno dopo toccherà il cuore della città. La partenza del corteo sarà dal tempio buddista e attraverserà prima l'area del Macrolotto Zero e poi del centro storico di Prato, entrando nei negozi in ossequio al rituale cinese secondo cui il passaggio del Drago scaccia la sfortuna dall'esercizio commerciale per il nuovo anno in cui ci apprestiamo a entrare. Il clou del corteo del 9 febbraio sarà in piazza di Santa Maria delle Carceri, dove si svolgerà la spettacolare danza del Leone. Tante anche le iniziative in cartellone, a cominciare dalle visite guidate al tempio buddista. Dal 31 gennaio al 15 febbraio si potrà vedere la mostra fotografica 'Xiuxi: at ease! riposo: la Cina dal 1980-1984' nel Cassero medievale; venerdì 7 e sabato 8 proiezione dei film 'Terra e polvere' e 'Il mistero scorre sul fiume' in lingua originale sottotitolati, in collaborazione con il Mabuse cineclub e il cinema Terminale. Ma ci sarà spazio anche per la cucina con incontri e tour enogastronomici, per la creatività con laboratori e workshop dedicati alle maschere, ai fumetti, alla danza e al canto pop cinesi. Il 9 febbraio, ancora, al Teatro Metastasio, la cerimonia del tè.
Il serpente nei modi di dire
Per l’occasione, gli esperti linguistici di Babbel, l’app che promuove la comprensione reciproca attraverso le lingue, si “uniscono” alle celebrazioni dell’anno del Serpente con un’analisi linguistica interamente dedicata a questo animale ambiguo e affascinante, indagando le espressioni idiomatiche internazionali di cui questo rettile è protagonista ed approfondendo la simbologia e la mitologia di popoli e culture diverse. Parenti serpenti: detto popolare della lingua italiana che gioca sulla somiglianza grafica e la rima fra le due parole per indicare screzi o inganni che possono avvenire nella cerchia di legami più stretta, quella della famiglia. In questo caso, i parenti sono paragonati ai serpenti, che rappresentano qualcosa da cui tenersi alla larga e di cui diffidare. A snake in the grass: l’espressione inglese, che si traduce letteralmente come “un serpente nell’erba” e dove il rettile è un’allegoria del pericolo, viene impiegata per mettere in guardia qualcuno o per descrivere una persona come potenzialmente pericolosa o malvagia. Secondo gli studiosi, questo modo di dire anglofono potrebbe trovare le sue origini nell’antica Roma e, in particolare, nelle Georgiche di Virgilio, che scriveva “latet anguis in herba” ovvero “un serpente si nasconde nell’erba”, per indicare proprio una minaccia difficile da individuare. “Il serpente assume significati diversi a seconda del contesto- commenta Esteban Touma Portilla, Content Producer e insegnante di Babbel -. In italiano, ad esempio, è spesso associato ad astuzia o pericolo, mentre in altre tradizioni, come quella egizia o orientale, rappresenta guarigione, rinnovamento e protezione”.
Il serpente nell’immaginario comune
Bastone di Asclepio: comunemente conosciuto come l’emblema della medicina, questo simbolo è composto da un serpente attorcigliato a spirale intorno ad un bastone, quello di Asclepio, Dio della salute e patrono delle arti mediche per gli antichi greci. In questa rappresentazione il serpente assume un duplice significato: viene infatti associato sia alla guarigione, vista la sua capacità di rigenerarsi con la muta della pelle, sia alla conoscenza e alla sapienza, qualità riconducibili al dio Asclepio.
Uroboro: il serpente che morde la propria coda è un simbolo antico e ricco di significato, presente in culture ed epoche diverse. Nella tradizione alchemica, l’uroboro viene ricondotto al ciclo chimico di condensazione e distillazione che porta alla materia allo stato puro, mentre nell’antica tradizione egizia, secondo alcuni studiosi, sembrerebbe rappresentare il circolo del sole. Oggi, l’immagine dell’uroboro raffigura la ciclicità e veicola l’idea di eternità del tempo, interpretato come un continuo avvicendarsi tra le fasi di vita e di morte.
La danza del serpente: ideata dal popolo nativo americano degli Hopi, la danza del serpente, conosciuta anche come “danza della pioggia”, è un rito propiziatorio tipico di questa comunità, che prega il cielo affinché possa “piangere”. Durante questo rituale, varie tipologie di serpente vengono prima catturate, poi lavate, ed infine innalzate al culmine del rito, quando i danzatori Hopi, in fila, riproducono la forma ondeggiante dell’animale. Verso la fine del rituale i rettili vengono liberati ed indirizzati verso i quattro punti cardinali, come per portare un messaggio alle divinità. Per questo popolo, il serpente è un simbolo centrale che si collega all’acqua e alla pioggia, soprattutto perché riproduce naturalmente con il suo corpo la forma dei fulmini, indicatori di una tempesta imminente.