Siena, 26 marzo 2022 - «Cielo e terra. Santa Caterina, patrona d’Italia e d’Europa, ambasciatrice di quella pace che tutti invochiamo, era nata il 25 marzo 1347. L’auspicio in occasione del Capodanno senese è che questo proprio questo giorno, ma dell’anno 2022, annunci una futura rinascita. Terrena. Quella della nostra Festa e dei suoi popoli". Si emoziona il rettore del Magistrato Gianni Morelli ("altrimenti non sarei un contradaiolo", confessa a margine) quando pronuncia queste frasi nella sala del Mappamondo, concludendo le celebrazioni del Capodanno che hanno visto già rifiorire la vita di Siena. I tamburi e le bandiere che fluiscono dalla Santissima Annunziata in Piazza, la gente che si affaccia alla finestra, qualcuno si asciuga gli occhi. Sono stati durissimi gli ultimi due anni, la pandemia. E adesso lo spettro della guerra. La città è provata. "Ma non deve mancare la fiducia per un mondo migliore, ripartendo dai ragazzi delle Contrade. Vivere in pace è la cosa più bella del mondo", le parole del cardinale Augusto Paolo Lojudice prima dell’accensione del cero alla Santissima Annunziata. Realizzato da Michela Bacconi, dipendente del Comune, che con l’azzurro ha rappresentato il manto della Vergine. Sormonta la scritta: Dona nobis pacem.
«Sarà una prova di normalità –, rompe il ghiaccio in Comune il sindaco Luigi De Mossi –, siete un popolo civilissimo e quest’anno sul Campo lo dimostrerete ancora". "Non conoscevo la vostra realtà, mi è piaciuto tantissimo vedere alfieri e tamburini, tutti molto giovani. Finché ci saranno dei ragazzi che fanno questo la struttura sociale di Siena resterà straordinaria. Riuscire a mantenere viva una tradizione, proiettandola nel futuro, è qualcosa di difficile quanto eccezionale. Uno spazio condiviso fra giovani e adulti è un segno di salute, in primis mentale", osserva il professor Tonino Cantelmi. Psichiatra, un’eccellenza, chiamato dal cardinale Lojudice per la lectio magistralis . Dedicata ai giovani, appunto. "Hanno risorse straordinarie che noi adulti spesso non vediamo", dice riprendendo la frase di Papa Francesco del 2015: "Siamo di fronte ad un cambiamento d’epoca". E la parola d’ordine è discontinuità "anche se la guerra ci fa ripiombare nel passato", aggiunge. Tratteggia "la più grande crisi delle relazioni interpersonali, accentuata dalla pandemia", Cantelmi. "Portiamo nel mondo digitale il grande tema dell’incontro umano", la ricetta del professore che invita gli adulti "spesso sbadati e sbiaditi, ad essere autorevoli".
Tocca poi le corde del cuore, il rettore del Magistrato. Rivendicando "l’unicità della società senese. Non è vanagloria sentirsi e dichiararsi diversi. Il nostro assetto sociale non è stantio ma moderno. Non ha subito la pandemia ma ha reagito. Tutto ciò senza correre il Palio. E’ mancata l’estrazione, il tufo, il cavallo, l’attesa della corsa però è rimasta inalterata l’appartenenza. Le Contrade si sono rivelate aperte al cambiamento e anche a fare rinunce importanti senza alterare la tradizione. Si avvicina ora il momento di rivivere le emozioni e lo faremo nell’assoluto rispetto delle norme e degli accordi presi con le istituzioni che ringraziamo per la sensibilità. Tutti ci meritiamo di tornare a cristallizzare quei fantastici quattro giorni nell’anima".