Viareggio, 15 marzo 2016 - Se Viareggio, città economicamente e moralmente dissestata, attendeva un messaggio di speranza dal suo Carnevale per rialzare la testa, dovrà rivedere i piani. L’anno bisesto e funesto ha finito col sommare debiti a debiti: circa 700 mila euro in meno di incassi al botteghino rispetto a quanto sperato e preventivato lasciano all’orizzonte nubi scure e minacciose.
Del resto la bandiera Burlamacca – autentico simbolo quasi sacro per i viareggini – issata al contrario nella cerimonia d’apertura era stata foriera di cattivi presagi: e così il maltempo che ha imperversato in tutti i fine settimana ha rovinato i piani della Fondazione Carnevale. E’ certamente una scusante, ma altrettanto sicuramente non può essere sufficiente a spiegare in toto il flop del 2016.
La città deve riflettere sul futuro della manifestazione, discutere del suo appeal in casa e fuori, resettare un sistema organizzativo che sta palesando delle lacune. Una manifestazione così importante – salvata negli ultimi due anni dall’intervento della Regione – ha bisogno di trovare forme di sostentamento sicuro che la mettano al riparo da eventuali capricci del meteo come avvenuto quest’anno.
Parliamo di ricerca di sponsor, magari legati alle singole costruzioni, alludiamo a un finanziamento pubblico garantito, visto che si parla – non da oggi, ma da anni – di poter elargire da parte dello Stato un contributo fisso annuale da destinare ai carnevali italiani. Ma, forse, in tempo di crisi come quella che tutta l’Italia sta attraversando, sarebbe opportuno pensare anche a un ridimensionamento dei costi: Viareggio non è infatti più in grado di mantenere il suo allegro e divertente carrozzone formato da quasi trenta costruzioni del valore, a seconda delle dimensioni, di 130, 65 e 20 mila euro. La patanta bollente da oggi passa al sindaco Giorgio Del Ghingaro.