ILARIA BIANCALANI
Cronaca

"Le carni rosse non vanno demonizzate. Basta farne un consumo moderato"

Allarme Oms, parla Alessandro Tozzi, dirigente medico in gastroenterologia ed endoscopia digestiva

Il medico Alessandro Tozzi

Il medico Alessandro Tozzi

Empoli (Firenze), 27 ottobre 2015 - Dopo le dichiarazioni del macellaio-poeta Dario Cecchini in merito a quanto diramato dall'Omg, circa il consumo di carni lavorate e carni rosse, ritenute responsabili di patologie tumorali, abbiamo chiesto il parere a uno specialista medico del settore. Alessandro Tozzi, dirigente medico di primo livello nel reparto di gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell'azienda Asl 11 di Empoli, di esperienza in materia, nonostante la giovane età, ne ha maturata davvero molta. Ricordiamo infatti che è l'ideatore del progetto europeo Supcam, – finanziato per un milione e 80mila euro dalla Comunità Europea - il dispositivo diagnostico, non invasivo, per la prevenzione del cancro al colon retto: una videocapsula endoscopica, in grado di progredire agilmente lungo il lume colico e, attraverso campi magnetici esterni, di consentire una movimentazione precisa e un’ottima visuale. Inoltre, sempre grazie allo sviluppo della tecnologia, lo scorso anno in collaborazione con Alessandro Casini, professore associato confermato di gastroenterologia e nutrizione umana presso il dipartimento di fisiopatologia clinica, facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Firenze, lanciò l'applicazione NUNA, acronimo di Nutritional Navigator, spin off accademico dell'Università di Firenze. Un'applicazione gratuita per Android e Apple per l'educazione alimentare e la promozione della piramide alimentare mediterranea.

Cosa ne pensa della nota diramata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, in merito al consumo di carne?

I dati dell'Oms sono importanti. Tuttavia è necessario contestualizzare e non demonizzare un consumo moderato di carne, in quanto quello che conta nell'aumento del rischio e di sviluppo di tumori, è la quantità ma soprattutto la qualità delle carni che vengono consumate. Ci sono evidenze scientifiche che, al di là del singolo alimento che noi mangiamo, dimostrano che il fattore più importante relativo allo sviluppo di malattie cronico degenerative e tumori, è la qualità complessiva della dieta. Ritiene quindi giusto che, in una corretta alimentazione, sia previsto il consumo di carne. E' stato dimostrato con studi di epidemiologia nutrizionale fra la popolazione che, chi seguiva scrupolosamente la dieta mediterranea, quindi un consumo moderato di carne, aveva una maggior aspettativa di vita e un minor rischio di sviluppare malattie cronico degenerative, rispetto a chi invece non seguiva queste indicazioni. Quindi se la quantità di carne consumata fosse ridotta e la qualità risultasse migliore di quella che a oggi è la media, sicuramente l'impatto sulla salute della popolazione, sarebbe nettamente migliore. E' ovvio che la qualità della carne dipende molto dalla quella degli allevamenti. Se agli animali vengono dati alimenti biologici che seguono le indicazioni sanitarie, si avrà una carne di qualità elevata; se invece vengono forniti mangimi di scarsa qualità o addirittura, come accaduto, avariati, è chiaro che l'impatto sulla salute degli animali e successivamente sull'uomo, può essere dannoso.

Le dichiarazioni dell'Oms appaiono dunque un po' allarmistiche e troppo generalizzate?

Sicuramente non è il consumo di una fiorentina ogni tanto che va a incidere significativamente sul rischio complessivo di sviluppare un tumore, quanto la somma di più fattori di rischio: l'alimentazione nel suo complesso, il fumo, l'alcol, l'attività fisica e altri fattori ambientali e genetici. Bisogna individuare, nella singola persona, quali sono questi fattori di rischio e quale è veramente la qualità e la quantità del consumo di carne.