REDAZIONE CRONACA

Addio a nonno Vasco, l’anima della Casa del Prosciutto di Vicchio

Tanti i messaggi arrivati sui social. Il ricordo del nipote: “Aveva sempre una parola buona e tutti gli volevamo bene”

Lutto a Vicchio per la scomparsa del signor Vasco

Vicchio (Firenze), 18 febbraio 2022 - A Vicchio tutti conoscevano nonno Vasco, il factotum della Casa del Prosciutto. La sua scomparsa, a 92 anni, è stata accolta con grande dispiacere da tutti, dai più grandi e dai giovani, che hanno voluto rendergli omaggio al funerale e con tantissimi messaggi di cordoglio alla famiglia, giunti anche attraverso i social.

Negli anni ha donato tanto affetto agli amici e a tutte le persone che accoglieva facendoli sentire a casa. Aveva una parola buona per chiunque e con le sue massime riusciva a tirare su il morale a tutti. È stato dunque un punto di riferimento per la Casa del Prosciutto, fondata dal figlio Franco. “Era sempre presente e disponibile – ricorda il nipote Giulio –  ha aiutato sempre in mille modi fin dall’apertura del ristorante. Era muratore in pensione da qualche tempo e ha dato sempre una mano in tante piccole mansioni. Tutti gli volevano bene. Aveva sempre una parola buona per tutti. Infatti quando lunedì c’è stato il funerale erano presenti tante persone, non solo anziani ma anche giovani. È stato un grande aiuto, stava tra i tavoli a parlare con le persone, andava a prendere il vino. E quando negli ultimi tempi non ha potuto più dare una mano, è sempre venuto qui e aiutava come poteva. Le faccio un esempio: con l’asporto noi diamo delle tovagliette in cui avvolgiamo le posate, e lui fino alla fine si è occupato di queste tovagliette”.          

La Casa del Prosciutto deve la sua identità ad un fortissimo affiatamento familiare e alla conservazione delle più antiche tradizioni culinarie del Mugello. E ha una storia molto antica. La casa e il ponte vennero costruiti nel 1295 per volere della Repubblica Fiorentina, ancor prima della nascita del nucleo originario del borgo di Vicchio. La tradizione racconta che nel 1600 sorgesse in questo luogo una locanda, dove gli avventori potevano mangiare e ristorarsi. Nella prima metà dell'800, la locanda divenne un vero e proprio negozio di alimentari. Durante il periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, la casa divenne una trattoria chiamata "Trattoria dei pescatori", questo nome nasce dal fatto che i pescatori della zona si riunivano nel cortile retrostante alla casa per mangiare. I proprietari, essendo sempre stati allevatori di suini, cominciarono a produrre insaccati e a venderli nella gastronomia. Nel 1987 Franco e Maria Grazia presero in gestione l’alimentari e, solo dopo un anno, grazie all'aiuto di nonno Gino, di zio Maurizio e di nonno Vasco, iniziarono a servire i primi piatti di pasta fresca.

Maurizio Costanzo