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Cronaca

Castagne: produzione in calo. Il cambiamento climatico manda in tilt le piante

La produzione toscana resta comunque di altissima qualità. Ma c’è il rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Turchia, Grecia, Spagna e Portogallo. Coldiretti: “Più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori”

castagne

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Firenze, 14 ottobre 2023 – Produzione in calo e raccolta in ritardo. Anche le castagne sono tra le vittime dei cambiamenti climatici. Il motivo? Cadono le foglie ma non le castagne.

Le secolari piante di castagno sono in tilt. E se positive sono le aspettative in Lunigiana e Garfagnana, dove i castagni sono carichi, ben diversa è la situazione nell’aretino e nelle zone del Caprese Michelangelo, sul Monte Amiata e nei boschi del Mugello, feriti dall’alluvione e dalle frane dello scorso maggio.

Buona invece la qualità dei frutti. E meno male!

A fornire un primo monitoraggio sono Coldiretti Toscana e l’associazione nazionale Città del Castagno, che stimano una riduzione media di almeno il 50% dei raccolti negli oltre 30 mila ettari di castagneti da frutto censiti.

“Per le castagne, così come è stato per vino, olio, frutta ed altre colture, è stata un’annata complicata, condizionata da una primavera eccezionalmente piovosa, da un’estate torrida e umida con 88 eventi estremi e ora da un autunno eccezionalmente caldo – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana -. Condizioni che stanno avendo conseguenze molto pesanti sulla sostenibilità economica delle imprese agricole, che hanno tra l’altro subito il 30% in più di costi di produzione e che ora stanno raccogliendo meno del previsto. Contraccolpi che, soprattutto nelle aree più marginali, possono favorire l’abbandono e lo spopolamento perché senza reddito non c’è futuro. L’impatto dei cambiamenti climatici tocca già il nostro presente e ci impone di accelerare sugli investimenti per ricerca, tecnologia, infrastrutture per lo stoccaggio delle acque piovane e la selezione delle varietà più resistenti”.

A dipingere il quadro regionale è l’associazione nazionale Città del Castagno nella sua annuale analisi: “I castagni quest’anno non ci mostrano una grande quantità di ricci. Il grande caldo estivo, a differenza di molte varietà di frutti che maturano in anticipo, nel castagno invece ha ritardato di una decina di giorni la maturazione e la conseguente caduta delle castagne – dice il presidente dell’associazione, Ivo Poli -. Ci sarà una diminuzione di prodotto soprattutto di marroni in diverse aree del territorio toscano, come nel Monte Amiata, nel Mugello, mentre in Lunigiana, Garfagnana e montagna pistoiese ci sarà un’ottima produzione di castagne destinate alla trasformazione, soprattutto di farina di neccio DOP della Garfagnana e farina di castagne Dop della Lunigiana”.

Toscana comunque al top

Con cinque prodotti a denominazione di origine legati al castagno, il Marrone del Mugello IGP, il Marrone di Caprese Michelangelo DOP, la Castagna del Monte Amiata IGP, la Farina di Neccio della Garfagnana DOP e la Farina di Castagne della Lunigiana DOP, la Toscana si conferma la regione regina d’autunno. Nonostante questo, resta il rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Turchia, Grecia, Spagna e Portogallo. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori.