Firenze, 17 ottobre 2023 – Onorevole Ceccardi, lei vive e lavora a Bruxelles. Qual è l'atmosfera in queste ore?
"C'è tensione. I livelli di sicurezza sono stati innalzati al massimo. Ci sono forze dell'ordine ovunque. Io adesso mi trovo a Strasburgo per l'assemblea plenaria del Parlamento europeo e anche qui la sensazione è quella di un assedio invisibile. I controlli al Parlamento sono stingenti, la sensazione di poter essere un bersaglio purtroppo è forte e condivisa da colleghi e collaboratori".
Paura? La città è in stato di allarme, le scuole europee sono chiuse.
"La paura c'è, inutile negarlo. Chiunque può essere un bersaglio in qualunque luogo, questo è il terrorismo. Ma non dobbiamo farci sopraffare dalla paura, l'Europa deve reagire, con forza. In Italia ma non solo servono più controlli nelle moschee e nei luoghi di aggregazione religiosa islamici. Inoltre bisogna stringere le maglie dell'immigrazione: non è un caso che il terrorista fosse un richiedente asilo".
La rabbia e l'orgoglio, ricordava Oriana Fallaci. l'Europa ripiomba nell'incubo. O forse non è mai uscita...
"La Fallaci ci aveva visto lungo, come sempre. E rispetto ai tempi in cui scriveva, credo che la situazione sia addirittura peggiorata. l'Islam radicale ha preso sempre più piede nelle nostre città, le periferie sono piene di soggetti sradicati ed estremizzati e le tensioni internazionali possono acuire questa rabbia, questo odio verso l'Occidente e i suoi valori, creando le condizioni perché si verifichi ciò che è successo ieri sera a Bruxelles, a pochi chilometri da dove vivo, o l'altro giorno in Francia, dove un altro terrorista ha sgozzato un professore".
C'è chi parla di terza guerra mondiale, un puzzle tragico che si sta manifestando ai nostri confini.
"La situazione internazionale è delicatissima. I fronti aperti sono molteplici e interconnessi, dal medio oriente all'Ucraina fino all'Africa subsahariana. I conflitti potrebbero ampliarsi. Non so se si tratti di terza guerra mondiale ma certamente siamo in guerra, l'Occidente è stato trascinato in guerra. E alla guerra si risponde con leggi speciali contro il terrorismo che permettano espulsioni immediate di chi non ha diritto a stare nel nostro Paese e di chi inneggia all'odio. Si risponde con misure di emergenza: porti chiusi sin da subito e – ripeto - limitazione drastica dell’immigrazione irregolare".
Il dialogo. Lo chiede il Papa, ce lo insegna la nostra cultura. È possibile coltivare questa strada adesso?
"Il dialogo bisogna volerlo in due. Israele e i paesi arabi stavano dialogando eccome, gli accordi di Abramo lo dimostrano. E proprio per questo Hamas ha colpito. Perché non vuole la pace, come non la vuole l'Iran. l'Islam radicale vuole la distruzione di Israele e su queste premesse non c'è dialogo possibile".
Le nostre città sono popolate da etnie diverse, con tanti sforzi la convivenza c'è. Il radicalismo religioso rischia di cancellare i tanti risultati ottenuti?
"Il multiculturalismo è un fallimento. Le etnie diverse devono rispettare la cultura, i valori, le tradizioni e le leggi del Paese che li ospita. Non è il Paese a doversi trasformare e riplasmare sulle etnie diverse che vengono ospitate. Poi c'è un problema che riguarda la qualità dell'immigrazione. In Italia arrivano perlopiù immigrati economici giovani, senza alcuna specializzazione lavorativa e con bassissima istruzione. Persone che fanno fatica ad integrarsi e spesso non vogliono integrarsi. Il radicalismo religioso non viene da fuori a distruggere una situazione idilliaca, il radicalismo religioso ce lo coltiviamo in casa con politiche immigrazioniste sbagliate e con un dose eccessiva di buonismo, garantismo e appunto multiculturalismo".