
Una scena de 'La dolce vita'
Firenze, 21 aprile 2023 – Era il 21 aprile del 1962 quando in Italia entrò in vigore la nuova normativa sulla censura cinematografica, che non è mai esistita solo in Paesi come Usa, Spagna, Belgio e Germania. Nonostante le significative novità apportate dalla legge n. 161/62, il sistema di censura preventiva non era andato in pensione, tant’è che c’era l’obbligo di ottenere il nulla osta prima di poter proiettare qualunque film o esportarlo all'estero. Il processo penale e il rogo di Ultimo Tango a Parigi nel 1976 (nonostante l'appello di Bertolucci all'allora presidente della Repubblica Leone, con la concessione di salvare solo tre copie in custodia alla Cineteca nazionale come 'corpo del reato') è la vicenda storica più eclatante ma non certo l'unica. La cinematografia italiana conta decine e decine di casi di censura, tra cui il più recente ‘Totò che visse due volte’ di Ciprì e Maresco nel 1998. Dopo il niet a 274 film italiani, 130 americani e 321 da altri paesi su 34433 lungometraggi sottoposti a censura dal '44, e 10092 ammessi dopo modifiche, ben un terzo del totale, secondo il censimento fatto in occasione della mostra permanente del Ministero della cultura, Cinecensura, tutto questo è andato in archivio. La censura cinematografica è stata abolita definitivamente nel 2021, ma è stata istituita la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura con il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori. In pratica sono i produttori o i distributori ad autoclassificare l'opera cinematografica, e alla Commissione il compito di validare la congruità. Questo vale per l'uscita in sala, perchè per le piattaforme vale il sistema del parental control. La censura cinematografica ha una storia antica: è nata quasi contemporaneamente alla diffusione, in Italia, del cinema e precisamente con il Regio Decreto n. 532 del 31 maggio 1914, attraverso cui venne approvato il regolamento per l'esecuzione della Legge Facta. Nel corso di oltre 100 anni il concetto stesso di censura è mutato, passando da severo controllo politico e sociale ad una revisione cinematografica, più propriamente amministrativa. E così dal ruolo di severa vigilanza politica, morale e religiosa (non a caso prima era il Ministro stesso che firmava di suo pugno i documenti), le commissioni di revisione cinematografiche hanno conservato dal passato, soprattutto, l'attenzione alla tutela dei minori. Alcuni autori che tentarono una via produttiva indipendente, come Fellini e Lattuada per Luci del varietà o Lizzani per Achtung! Banditi!, furono puniti con il rifiuto parziale o totale da parte delle commissioni di censura, ricorda storicamente la mostra Cinecensura. Tra i tanti casi eclatanti che oggi ci farebbero sorridere La spiaggia di Alberto Lattuada (1954), persino Totò e Carolina di Monicelli (1955), Rocco e i suoi fratelli, La dolce vita, L'avventura, Dolci inganni, La ragazza in vetrina, Il gobbo, la stessa Dolce vita o La ricotta di Pasolini, senza dimenticare i film hard dell'epoca come All'onorevole piacciono le donne con Buzzanca. Nasce oggi Henry de Montherlant nato il 21 aprile del 1896 a Parigi. Celebre scrittore, poeta e drammaturgo francese. Ha scritto: “Gli esseri umani sono preda di tre malattie croniche e incurabili: il bisogno di cibo, il bisogno di sonno e il bisogno di rispetto”.