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Cgil: il 7 marzo l’assemblea delle Assemblee sui referendum

Riunione di tutti i gruppi dirigenti, confederali e di categoria, al Minerva

Arezzo, 6 marzo 2025 – Cgil: il 7 marzo l’assemblea delle Assemblee sui referendum

Riunione di tutti i gruppi dirigenti, confederali e di categoria, al Minerva

L’hanno definita l’assemblea delle Assemblee. Sarà la riunione di tutti i gruppi dirigenti, di categoria e confederali, della Cgil di Arezzo. L’appuntamento è per le ore 14.30 del 7 marzo all’hotel Minerva. Sarà dedicato ai 5 quesiti referendari per i quali, nel 2024, le associazioni della Via Maestra e la Cgil hanno raccolto 5 milioni di firme. Si voterà nel 2025 e si è ancora in attesa che la data venga stabilita. Alla riunione sono state invitate tutte le associazioni che hanno lavorato alla raccolta delle firme. “Con questo voto – spiega Alessandro Tracchi, segretario provinciale della Cgil – tutti abbiamo la possibilità di migliorare le condizioni di lavoro e di vita nel Paese. Non sono in gioco solo obiettivi specifici ma anche una visione democratica e partecipativa. Il nostro impegno è quindi per la difesa della democrazia e della Costituzione. Con i 5 referendum vogliamo rendere il lavoro più sicuro: ancora oggi, ogni anno in Italia, ci sono più di 1.000 morti. Chiediamo che siano cancellate le leggi che hanno reso le lavoratrici e i lavoratori più poveri e precari e che venga posto fine all’ingiustizia che nega il diritto alla cittadinanza a 2 milioni e 500mila persone che vivono e lavorano in Italia”. Vediamo i dettagli dei 5 referendum 1. Stop ai licenziamenti illegittimi. Nelle imprese con meno di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Si tratta di abrogare una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. 2. Più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese. Nelle imprese con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo, oggi un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. La richiesta è di superare questo limite, aumentando l’indennizzo sulla base della capacità economica dell’azienda, dei carichi familiari e dell’età della lavoratrice e del lavoratore. 3. Riduzione del lavoro precario. In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Si chiede di ripristinare l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato. 4. Più sicurezza sul lavoro. Arrivano fino a 500mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sul lavoro. Quasi 1000 i morti. L’obiettivo del referendum è modificare le norme attuali che impediscono, in caso di infortunio negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Si chiede di cambiare le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro. 5. Più integrazione con la cittadinanza italiana. Si chiede di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter fare domanda di cittadinanza italiana, che una volta ottenuta sarebbe trasmessa ai figli e alle figlie minorenni. Questa modifica costituisce una conquista decisiva per circa 2 milioni e 500mila cittadine e cittadini di origine straniera che nel nostro Paese nascono, crescono, abitano, studiano e lavorano.