ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Cgil in difesa della sanità: "Giani cambi la manovra. Limitiamo l’effetto Irpef aumentando Irap e bollo"

Il segretario toscano della Cgil, Rossano Rossi, sostiene che il sistema universalistico sia alle corde: "C’è un disegno" "Interventi anche sul bilancio: meno piste ciclabili e più servizi pubblici"

Rossano Rossi, segretario toscano della Cgil

Rossano Rossi, segretario toscano della Cgil

Firenze, 13 gennaio 2023 – «L’aumento Irpef è il male minore", dice. Non sembra arreso ma combattente in prima linea per difendere la sanità pubblica, Rossano Rossi, segretario toscano Cgil.

Non siamo alla frutta quando un sindacalista dice che l’imposizione dell’aumento delle tasse ai cittadini è inevitabile se si vuole salvare il sistema sanitario pubblico?

"A differenza di tante persone non credo che le tasse siano la mano del diavolo. Non sono contrario. Anche perché l’alternativa è che i servizi li abbia solo chi se li può pagare, dalla scuola alla sanità. E non sarebbe un bel mondo".

Davvero non c’è una soluzione più equa?

"Guardi, qui non si tratta di difendere Giani né la Regione. Ma di cercare un modo per far sopravvivere il modello sanitario toscano che pur con tutti i suoi difetti resta uno dei migliori d’Italia e mi potrei anche allargare".

Ne è proprio sicuro?

"Certissimo. Lo sa perché quando lo Stato distribuisce meno risorse la Toscana va in difficoltà? Perché qui c’è una bella quantità di servizio pubblico, molto più che nelle altre Regioni. Là soffrono meno perché la componente privata è già molto importante".

Dentro ci mette anche le attese e la carenza di medici?

"Ora ne parliamo. Ma in Toscana ci sono servizi garantiti fuori dai livelli essenziali di assistenza (Lea) che in altre Regioni se li sognano. Per fare un esempio quando ti dimettono dal pronto soccorso se hai bisogno dell’ambulanza per tornare a casa non la paghi. Non è così ovunque".

La sanità per mantenere questo livello ha bisogno di miliardi, non più di centinaia di milioni di euro.

"La verità è che il servizio sanitario pubblico diventa insostenibile se a livello nazionale non si adegua il contributo al 7,5% del Pil. Sosteniamo la proposta di legge per la quale abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme, ma intanto in Italia siamo tornati al 6,1%. Sono scelte scellerate, figlie di questo governo ma anche di tutti quelli che lo hanno preceduto, da Renzi in poi".

Siamo a un passo dal perdere il servizio pubblico universalistico come lo abbiamo conosciuto sin qui...

"E’ così. E c’è un disegno neanche tanto implicito di spostamento verso il privato. Chi ha di più si cura, gli altri si attaccano al tram".

Il governo ha dato alla Toscana 300 milioni in più...

"Spiccioli rispetto alle esigenze vere: 240 milioni servono per l’adeguamento dei contratti nazionali degli operatori sanitari. Non risolvono i problemi della carenza di personale: servono più medici e infermieri per garantire i servizi nei tempi".

C’è un’alternativa all’aumento dell’Irpef?

"Noi chiediamo un confronto con Giani per renderla più equa. Attraverso altri interventi si può mitigare l’intervento: aumentando l’Irap che la pagano i liberi professionisti e le partite Iva che hanno diverse risorse in più rispetto ai salariati. L’altro è un aumento simbolico del bollo dal quale ora arrivano 400 milioni. Si chiede di aumentarlo del 10% solo sui macchinoni. Cosa che frutterà qualche decina di milioni".

Ci sono altre operazioni?

"Una riorganizzazione che dia più potere ai direttori di distretto, loro sanno di che cosa c’è bisogno sui territori".

Altrimenti?

"Si va al commissariamento. Una tragedia che conosco. Il commissario fa tre cose: servizi al minimo, tariffe al massimo e blocco totale delle assunzioni. Allora facciamo anche scostamenti di bilancio. Meno piste ciclabili e più sanità".