MONICA PIERACCINI
Cronaca

Date di scadenza del cibo: da “consumare entro” o “preferibilmente entro”? Cosa c’è da sapere

L'esperto: “E’ fondamentale conservare nel modo corretto i cibi, seguendo quanto riportato in etichetta”

Come conservare i cibi tra le mura domestiche? Segui le indicazioni sull'etichetta

Come conservare i cibi tra le mura domestiche? Segui le indicazioni sull'etichetta

Firenze, 23 giugno 2023 – Sulle etichette di tutti gli alimenti viene riportata la scadenza, che può essere più o meno 'perentoria'. Il Tmc, cioè il termine minimo di conservazione, corrisponde all'indicazione ‘da consumarsi entro’, mentre si può trovare anche la frase ‘da consumarsi preferibilmente entro’. Qual è la differenza? “Nel primo caso non si deve consumare mai il cibo oltre la data di scadenza perché può diventare pericoloso per la nostra salute”, risponde Luca Cianti, direttore area sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare Asl Centro Toscana. “Se invece sull'etichetta è scritto 'preferibilmente entro il' significa che non ci sono motivi ragionevoli di supporre che l'alimento possa fare male. Se però si consuma dopo quel termine, non si garantisce che il prodotto mantenga inalterate le proprie caratteristiche, in primo luogo organolettiche e poi nutrizionali”. La scadenza del 'preferibilmente entro' può essere legata anche alla tipologia di confezionamento. La carta che si utilizza per mettere in commercio farina o biscotti dopo quel termine può deteriorarsi e quindi consentire l'ingresso di batteri o parassiti.

Quanto tempo dopo il “preferibilmente entro il” si può consumare un alimento?

“Meglio evitare di consumarlo dopo un periodo troppo avanzato dalla scadenza”, dice Cianti. “I 30 o i 60 giorni non fanno certo la differenza, ma non è consigliabile aspettare di consumarlo anni dopo. Tanto più che, e questo va sottolineato, molto spesso il prodotto non viene conservato come è indicato sull'etichetta. Le condizioni di conservazione sono importantissime”. Se il luogo deve essere ‘fresco’, non va bene lasciare il prodotto, ad alte temperature, in casa, fuori dal frigorifero. Bisogna poi fare attenzione a conservare bene anche la classica scatoletta di tonno: se cade a terra molte volte si possono creare delle microfessure che possono generare delle alterazioni del prodotto. “Inoltre, è bene ricordare – sottolinea ancora il dottor Cianti – che la data di scadenza sulle etichette, che sia quella 'perentoria' o anche il 'preferibilmente entro il', è riferita al prodotto in confezione integra”. Per esempio il latte a lunga conservazione, una volta aperto, anche se tenuto in frigorifero, dopo qualche giorno si deteriora. In generale, dunque, è indispensabile, per la sicurezza della nostra salute, leggere bene quanto scritto sulle etichette e seguire pedissequamente scadenze e modalità di conservazione indicate.

Attenzione alle contaminazioni tra alimenti

Sugli alimenti che abbiamo in casa vivono tanti batteri. Alcuni vivono bene al freddo, altri al caldo “e dal punto di vista microbiologico – spiega Cianti – sono proprio questi, che vivono diciamo così in condizioni estreme di temperatura, che ci preoccupano”. La listeria per esempio sta bene al freddo, il campylobacter al caldo ed in Europa è l'agente microbico che determina più tossinfezioni in assoluto. “Il campylobacter è un germe comunissimo per esempio sulla pelle del pollo. Oltre a doverla cuocere bene, dunque – afferma l'esperto – bisogna anche evitare, quando è cruda, di mettere la carne di pollo vicino ad altri alimenti che possono essere contaminati, come appoggiarla nella ciotola dell'insalata o in quella delle patate lesse”.