MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

7 ottobre, il compleanno del codice a barre. Ma nel 2027 andrà in pensione

Dovrebbe essere sostituito dal QR Code che promette di cambiare ancora una volta la nostra vita perché possono contenere una quantità senza precedenti di dati

Codice a barre (foto Ansa)

Codice a barre (foto Ansa)

Firenze, 7 ottobre 2024 – Era il 7 ottobre del 1952 quando venne brevettato il codice a barre. Oggi sono più di un miliardo i prodotti nel mondo riconoscibili grazie a quella fila di linee nere e numeri. Fu creato negli Usa quando, negli Stati Uniti, le principali aziende del largo consumo decisero di introdurre un unico standard per l'identificazione dei prodotti. Ad inventarlo due studenti di ingegneria dell'Università di Drexel a cui il direttore di un supermercato aveva chiesto di lavorare all'idea di un codice per marcare i prodotti che permettesse il riconoscimento automatico alle casse e che velocizzasse code e pagamenti. Primo prodotto ad essere scansionato, fu un pacchetto di gomme da masticare da 61 centesimi, che oggi è diventato un pezzo storico, tanto da essere conservato al Museo Nazionale di Storia Americana di Washington. Un'invenzione, quella del codice a barre, che ha rivoluzionato globalizzando l'identificazione di contenuti, aziende e provenienza ed ora moltissime altre indicazioni e dati. In Italia, ogni anno 350 mila prodotti di largo consumo confezionato con codice a barre GS1 passano alle casse di supermercati, ipermercati e punti vendita a libero servizio per 30,2 miliardi di volte, generando 2,7 miliardi di scontrini.

I codici a barre Gs1 (i più diffusi) sono composti da 13 cifre, ovvero il prefisso aziendale che identifica l'azienda a livello internazionale; il codice del prodotto; una cifra di controllo, calcolata in base alle altre presenti nel codice tramite un algoritmo. L’arrivo del codice a barre è stato rivoluzionario tanto che la BBC l’ha inserito tra le “50 cose che hanno reso globale l’economia”: ha cambiato per sempre il modo di fare acquisti, collegando un prodotto fisico a informazioni digitali che viaggiano senza ostacoli lungo tutta la supply chain, e continuerà a farlo anche negli anni a venire. Ma anche per il codice a barre si prospetta una fine. Potrebbe dirci addio a partire dal 2027, quando nei prodotti commerciali potrebbe essere sostituito dal QR Code. I codici a barre di nuova generazione (come i codici QR bidimensionali) promettono infatti di cambiare ancora una volta la nostra vita perché possono contenere quantità senza precedenti di dati affidabili per le aziende, per le autorità di regolamentazione, per i consumatori, offrendo molto di più che semplici link a pagine web. Possono raccontare la "storia" di un prodotto, la sua provenienza, la presenza di allergeni, la certificazione biologica, le modalità di riciclo e la sua impronta ambientale, raggiungendo un nuovo livello di trasparenza che aiuterà le persone a prendere decisioni sempre più consapevoli su ciò che acquistano e utilizzano.