Perugia, 19 febbraio 2021 - L'Umbria resta in zona arancione ma con due sezioni rosse, Perugia e provincia oltre a sei comuni della provincia di Terni. L'Rt è intorno all'1,2. Questo emerge dal monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità, che insieme al ministero della Salute decreta i colori delle regioni settimana per settimana. Per l'Umbria dunque i colori restano quelli, così come per la vicina Toscana, che resta ugualmente arancione.
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I dati delle ultime ore mostrano qualche piccolo miglioramento, con un calo dei ricoveri per covid: nove persone in meno sono in ospedale. La situazione resta comunque di massima allerta.
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Calcolato in anticipo l'indice Rt delle ultime due settimane, "Leggera flessione"
L'indice Rt in Umbria calcolato sugli ultimi 14 giorni, quindi in anticipo su quello dell'Iss, è di 0,98 (0,8-1,16): a fornirlo è stato il Nucleo epidemiologico regionale durante il consueto aggiornamento settimanale sull'andamento dell'epidemia. Un indice che - è stato detto - conferma anche l'andamento della curva epidemiologica. Questa dopo una salita costante e lineare degli ultimi tempi, da qualche giorno «ha iniziato a flettere» e nella sua media mobile «anche se non stabilizzata vista la forte oscillazione ancora del numero dei casi».
Le forti differenze tra Perugia e Terni
Nell'incidenza di casi di positività Covid per 100 mila abitanti permane una «grande differenza» anche nell'ultima settimana fra la provincia di Perugia (332,76) e quella di Terni (82,34). «Anche se alcuni segnali di efficacia degli interventi di contenimento cominciano a comparire, la differenza tra le due province è ancora significativa e nell'ordine di 1 a 4 come incidenza» ha commentato il direttore regionale della Sanità Claudio Dario.
Perugia, inizia discesa dell'incidenza
Ma quello che i tecnici del comitato regionale hanno poi evidenziato è che per la provincia di Perugia è iniziata la discesa dell'incidenza, di poco ma ora non più in salita (da 344,67 a 332,76 in una settimana). Per quanto riguarda le aree a maggior contagio, quelle dell'Altotevere, una parte del Trasimeno e del Perugino sono ancora con incidenze «piuttosto elevate», mentre per la provincia di Terni i comuni sono nella maggior parte rientrati al di sotto della soglia dei 200 casi per 100 mila abitanti.
"Gli aumenti in centro Italia effetto delle varianti"
«Nelle ultime settimane si registra un andamento stabile del virus, segno di una ormai costante attenzione dei nostri concittadini e di una stabile convivenza con esso. Eppure, in alcune regioni, soprattutto del Centro Italia. si iniziano però a vedere gli effetti delle varianti che fanno risalire alcuni indici». È quanto rileva la 40/ma puntata dell'Instant Report Covid-19, l'iniziativa dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica (Altems).
Covid, bollettino Umbria 19 febbraio
Scendono i ricoverati Covid in Umbria, oggi 545, nove meno di ieri, in base ai dati aggiornati dalla Regione. I pazienti nelle terapie intensive sono 83, due in meno. Registrati altri 11 morti, 959, 301 nuovi positivi e 269 guariti. Gli attualmente positivi sono 8.439, 21 più di ieri. Nell'ultimo giorno sono stati processati 3.896 tamponi e 3.546 test antigenici. Con un tasso di positività totale del 4 per cento (ieri 4,3) e del 7,7 sui soli molecolari (era 8,3).
Covid Umbria, frenata per ricoveri in intensiva
L'Abruzzo è la regione nella quale i ricoveri nelle unità di terapia intensiva stanno registrando una crescita esponenziale, mentre in Umbria si osserva una frenata della crescita registrata nei giorni scorsi. La crescita è invece lineare nella provincia autonoma di Bolzano e in un gruppo di regioni del Centro Sud. È quanto emerge dall'analisi delle curve del numero di pazienti Covid-19 ricoverati nei reparti di terapia intensiva nelle ultime settimane eseguita dal matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Piconè del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
"Le misure di contenimento hanno avuto buon effetto su intensive"
«L'aumento delle terapie intensive rapportato alla popolazione è massimo per l' Umbria, dove però fortunatamente negli ultimi giorni si osserva una frenata della crescita, dopo aver registrato un aumento a settimana di 18 pazienti per milione di abitanti». Una frenata, secondo l'esperto, «probabilmente dovuta alle rigorose misure di contenimento messe in atto dall'8 febbraio».
Scuole chiuse un'altra settimana
L'Umbria si avvia ad un'altra settimana di sospensione delle attività scolastiche, dalla primaria alla secondaria, dai nidi e all'infanzia, nelle zone rosse. Lo ha annunciato l'assessore regionale all'Istruzione, Paola Agabiti, nel corso di una videoconferenza convocata dall'Ufficio di Presidenza di Anci Umbria, per un confronto sulle prossime misure regionali in ambito scolastico. Tutto dipenderà comunque dal colore legato al rischio Covid che sarà adottato per la regione. Secondo Agabiti - riferisce l'Anci - «si evidenzia una curva epidemiologica che mostra un quadro non ancora stabile». Per questo è stata ipotizzata la prosecuzione della sospensione delle attività scolastiche nelle zone rosse. L'assessore ha sottolineato di «condividere questo percorso di confronto, che fa seguito a una vicinanza che la Regione non ha mai fatto mancare ai sindaci e ad Anci Umbria».
Dieci regioni con Rt sopra 1
"Dieci Regioni e Province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1, di cui 9 anche nel limite inferiore" del range, "compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente. Le altre Regioni/Pa hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario di tipo 1". E' quanto si legge nella bozza del monitoraggio settimanale di Istituto superiore di sanità (Iss) e ministero della Salute sull'andamento di Covid-19 in Italia. Le 10 regioni con Rt superiore a 1 sono Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Molise, province autonome di Bolzano e Trento, Toscana e Umbria.