Monica Pieraccini
Cronaca

Combattere il bullismo. “Ascoltare di più i nostri figli. I genitori devono dialogare”

La psicologa Menesini, una delle massime esperte del fenomeno che affligge le famiglie: “Responsabilizzare i ragazzi a casa e a scuola è essenziale per insegnare rispetto e limiti”

La psicologa Ersilia Menesini è una delle massime esperte italiane nello studio del bullismo e del cyberbullismo

La psicologa Ersilia Menesini è una delle massime esperte italiane nello studio del bullismo e del cyberbullismo

Firenze, 8 febbraio 2025 – Ieri, 7 febbraio, si è celebrata la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, un fenomeno che continua a colpire migliaia di giovani in Italia. Secondo l’Ordine degli psicologi della Toscana, nelle scuole medie il bullismo raggiunge il suo picco, con percentuali che sfiorano il 20-25% degli studenti coinvolti. Se si guarda agli ultimi dati disponibili, che risalgono al 2022, il 14,9% dei ragazzi italiani ha subito episodi di bullismo, mentre il 15% è stato vittima di cyberbullismo. In Toscana la situazione appare leggermente migliore rispetto alla media nazionale: il 13,8% dei giovani ha subito atti di bullismo e il 13,2% ha sperimentato forme di cyberbullismo. Fortunatamente l’87% dei giovani toscani ha dichiarato di non aver mai partecipato ad atti di prevaricazione nei confronti dei propri coetanei negli ultimi due mesi. Il problema resta però diffuso. Il rapporto Terre des Hommes Osservatorio Indifesa 2023 segnala che il 65% dei ragazzi ha subito episodi di violenza, di cui il 63% legati al bullismo e il 19% al cyberbullismo. Le principali cause riguardano l’aspetto fisico della vittima (79%), seguito dall’orientamento sessuale (15%), dalla condizione economica (11%), dall’origine etnica e geografica (10,5%), dall’identità di genere (9%), dalla disabilità (5%) e dalla religione (4%). L’indagine Hbsc 2022 conferma che il bullismo è più diffuso tra gli studenti più giovani (11-13 anni) e le ragazze. Al contrario, il cyberbullismo è in costante crescita, con un allarmante aumento tra i ragazzi di 11 e 13 anni.

Ersilia Menesini è una delle massime esperte italiane nello studio del bullismo e del cyberbullismo. Professoressa ordinaria di psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso l’Università di Firenze e direttrice del Dipartimento formazione, lingue, intercultura, letterature e psicologia, è coordinatrice della piattaforma Elisa, un sistema di monitoraggio e formazione sul bullismo nelle scuole italiane, e responsabile del programma NoTrap!, rivolto alla prevenzione del fenomeno tra i giovani. L’abbiamo intervistata per approfondire la situazione in Toscana.

Bullismo e cyberbullismo sono fenomeni in crescita in Toscana?

“In realtà sembrano essere abbastanza stabili. Generalmente si registra un picco durante la scuola media, per poi diminuire quando i ragazzi frequentano le superiori. Ciò che sembra più preoccupante oggi è l’aumento di fenomeni gravi come le baby gang o episodi di violenza extrascolastica, spesso legati anche alle dinamiche online”.

Quali consigli darebbe ai genitori?

“Per contrastare il bullismo, è fondamentale che i giovani comprendano le conseguenze delle loro azioni. Responsabilizzarli, sia in famiglia che a scuola, è essenziale per insegnare loro il rispetto e i limiti del comportamento. Educare alla prosocialità e all’empatia aiuta a creare un ambiente protettivo contro il bullismo. Un altro aspetto cruciale è mantenere un canale di ascolto attivo con i figli: se un genitore dimostra apertura e disponibilità al dialogo, sarà più probabile che il ragazzo si confidi in caso di problemi. Inoltre, è importante dare il buon esempio, mostrando un utilizzo consapevole delle tecnologie e favorendo le relazioni sociali sane. Infine, non bisogna esitare a chiedere aiuto a insegnanti e psicologi, che possono fornire strumenti di supporto e mediazione”.

I genitori possono sentirsi responsabili o colpevoli del comportamento del proprio figlio. Come dovrebbero affrontare la situazione?

“Non devono sentirsi criminalizzati. Il bullismo nasce da dinamiche sociali e relazionali complesse. L’importante è affrontare il problema senza paura, aiutando il proprio figlio a comprendere le conseguenze delle sue azioni. Se è una vittima, deve sentirsi ascoltato e supportato, se è un bullo, bisogna responsabilizzarlo e aiutarlo a modificare il proprio comportamento”.

Qual è il ruolo degli psicologi nella prevenzione e nel contrasto del bullismo?

“Gli psicologi hanno un ruolo fondamentale. I progetti nazionali che ho sviluppato con il ministero dell’Istruzione sono basati sulla formazione degli insegnanti da parte di psicologi, che forniscono loro strumenti per riconoscere e affrontare il fenomeno. La presenza di psicologi nelle scuole, oggi più diffusa, è essenziale sia per supportare gli studenti in difficoltà, sia per aiutare gli insegnanti a diventare sentinelle capaci di intercettare i segnali del bullismo e intervenire tempestivamente”.