IRENE CARLOTTA CICORA
Cronaca

Ottant’anni fa la strage nazista di San Terenzo Monti. La console di Germania: " Mi vergogno per i tedeschi"

Susanne Welter ha usato parole forti nel rendere omaggio alle 159 vitime innocenti "La giustizia del mio Paese non è stata in grado di condannare quei criminali"

Fivizzano, la commemorazione dell'80° anniversario delle stragi nazifasciste di Bardine e San Terenzo (Foto Massimo Pasquali)

Fivizzano, la commemorazione dell'80° anniversario delle stragi nazifasciste di Bardine e San Terenzo (Foto Massimo Pasquali)

Fivizzano (Massa Carrara), 20 agosto 2024 – La coccarda rossa, gialla e nera che cinge la corona d’alloro e infine tocca terra, deposta dalla console generale di Germania Susanne Welter sotto le lapidi con i nomi delle vittime, impressi per sempre nella pietra, ha l’aspetto di una carezza che arriva tardi. Ma che arriva. E prova a ristabilire quel legame umano che 80 anni fa si era spezzato, strappando alla vita 159 vittime innocenti nell’eccidio nazifascista di San Terenzo Monti, nel comune di Fivizzano in Lunigiana, avvenuto il 19 agosto 1944. "Mi vergogno per quello che hanno fatto qui i tedeschi 80 anni fa. Mi vergogno per i crimini che hanno commesso e anche per il fatto che la giustizia del mio Paese non sia stata in grado di condannare quei criminali di guerra – ha detto Susanne Welter – Mentre voi avete trovato la forza di tenderci la mano, in segno di riconciliazione". Prima di raggiungere Valla, dove la cerimonia si è svolta ed è stata celebrata una messa dal vicario don Marino Navalesi, il corteo ha sostato al monumento al Ponte del Bardine e al cimitero per deporre altre corone. La strage venne compiuta dai soldati del Reparto Esplorante della 16esima Divisione SS Reichsfuhrer, guidata dal sanguinario maggiore Walter Reder che sulla coscienza a soli 30 anni aveva già l’uccisione di migliaia di civili inermi nei villaggi ucraini nel 1941. Era privo del braccio sinistro, perduto in battaglia, ma anziché a riposo chiese di essere inviato a combattere in prima linea. Fu lui a dare l’ordine di uccidere i 160 ostaggi presi a San Terenzo Monti e Valla. Quel 19 agosto Fivizzano sprofondò nell’orrore più nero. "Nel dna dell’essere umano c’è la guerra, la volontà di prevalere – ha detto il sindaco di Fivizzano, Gianluigi Giannetti – dobbiamo insegnare valori diversi, cosa che da tempo facciamo con i nostri progetti dedicati in particolar modo alle nuove generazioni".

C’era anche un altro ospite tedesco, il borgomastro di Engelsbrand nella Foresta Nera, Thomas Keller, che ha sottolineato il valore di questi progetti e la forza dell’amicizia in un momento storico come quello attuale. "Democrazia e dignità umana, stato di diritto e indipendenza della giustizia sono valori da preservare", gli ha fatto eco la console. Il cerimoniere Roberto Oligeri ha ricordato tre personalità che hanno "fatto moltissimo affinché la memoria dei nostri martiri potesse rimanere perpetua: padre Martino Conti, consigliere spirituale del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, poiché è grazie a lui se il 12 maggio 1997 San Terenzo ebbe l’onore della visita del Capo di Stato; il procuratore generale militare Marco De Paolis, che ha tolto dal porto delle nebbie la vicenda dei fascicoli occultati a Palazzo Cesi a Roma; la direttrice di Qn La Nazione Agnese Pini, presente, che con il suo libro ’Un autunno d’agosto’ ha messo le ali alle vicende di queste montagne". "L’imperativo morale e politico è quello di non dimenticare, di trasmettere alle giovani generazioni la ripulsa profonda contro il nazismo e il fascismo – ha detto l’ex ministro Valdo Spini nella sua orazione conclusiva – Il Comune di Fivizzano doveva patire non solo l’eccidio di Bardine San Terenzo, 159 vittime, ma anche, poco tempo dopo, quello di Vinca, altre 170 vittime. Il complesso delle vittime sulla linea gotica in Toscana in agosto-settembre fu di circa 2000 persone. Se la nostra patria poté risollevarsi, istituire la Repubblica e darsi una Costituzione democratica fu proprio perché accanto agli Alleati si batterono tutte le forze che concorsero alla Liberazione".