Firenze, 12 settembre 2015 - Battere il ferro quando è caldo. L’adagio è più che mai calzante anche in senso non figurato, se si pensa al clima mite e alla clemenza del meteo che continua a concederci questa intensa estate. Ed è anche per questo motivo che lo stimolo ha il sapore di una sfida, forse mai come in questo momento storico necessaria e salutare.
Quale sia la nuova prova che concerne la Toscana è presto detto. Se è vero com’è vero che la bella stagione che ci sta per lasciare ha fornito valide indicazioni di ripresa della nostra economia, è altrettanto sacrosanto che mollare la presa adesso sarebbe a dir poco deleterio. Calvalcare l’onda dei buoni risultati che turismo e commercio ci hanno regalato questa estate potrebbe davvero consacrare quel rilancio della nostra economia che per troppo tempo avevamo anelato. Allungare la stagione insomma diventa quasi un imperativo. Per gli operatori del settore certamente ma anche per le istituzioni cui spetta il compito di programmare con acume tattico i periodi dell’accoglienza.
Senza lasciare troppi vuoti sul calendario come spesso e volentieri, in passato, si è fatto. Per pigrizia o, ancora peggio, incapacità. Questo è il punto: non si può continuare a chiedere sacrifici anche in termini di idee (di danari non ne parliamo...) a ristoratori, commercianti e via elencando. Gli enti locali devono continuare a giocare di anticipo indicando la via maestra agli stessi imprenditori dell’accoglienza, cui a quel punto spetta il compito di adeguarsi e contribuire in termini di proposte e soluzioni di appeal. Alcune realtà – in particolari quelle più piccole – hanno capito che solo non pensando alla stagionalità del turismo si possa fare sistema. Perché di questo vive il nostro meraviglioso territorio, di luoghi e tradizioni senza tempo.