Elettra Gullè
Cronaca

Compiti per le vacanze, che odissea. "Tutti gli anni il rush finale"

In attesa del rientro in classe, via alla corsa per finire i compiti. Ma non è per tutti uguale. Non si transige al classico. "Il guaio è che le vacanze sono troppo lunghe"

Compiti delle vacanze: spesso sono uno stress

Firenze, 24 agosto 2022 - Mal di testa improvvisi, occhi che fanno male, spalle doloranti. Appena scatta l’ora che dovrebbe essere dedicata ai compiti per le vacanze, ecco che spesso insorgono i mali più disparati. “Che inferno - non sa più che pesci prendere Martina -. Se la grande, che andrà in seconda media, ha avuto pochissimi compiti, con quella di 8 anni è veramente un’odissea. Come ogni estate, inizia tutta carica a giugno. Poi si ferma. E farla ripartire è un’impresa. Ha già dimenticato un po’ di argomenti. A settembre l’inizio sarà tosto”. Secondo la mamma, tre figlie di cui la più piccola all’asilo, “è giusto dare i compiti, ma in modo equilibrato. Per esempio, non sono d’accordo col fatto che la grande abbia fatto inglese in soli due giorni. Le vacanze sono lunghe ed è giusto tenersi un po’ in esercizio. Ma ci vuole la giusta misura”.

Di “vacanze eccessivamente lunghe” parla anche Ludovico Arte, dirigente dell’Itt Marco Polo: “Tre mesi sono troppi. Per quanto riguarda i compiti, per me ok a qualche attività, ma non obbligatoria. Le vacanze dei ragazzi sono sacre. So che la maggior parte dei miei docenti non lascia compiti. Qualcuno invece sì, con tanto di votazione al rientro. Il problema di base però è un altro: accorciamo le vacanze estive e diluiamole nel corso dell’anno”. Un vecchio argomento, che però si scontra con la mancanza di aria condizionata nelle nostre scuole. “Invece di buttare i soldi con mascherine inutilizzabili e coi famosi banchi a rotelle, meglio sarebbe stato investire un bel po’ di risorse nei depuratori dell’aria, che servono anche per rinfrescare l’ambiente”, il ragionamento che più mette d’accordo genitori e prof.

In linea generale, alla scuola primaria i bambini devono completare un libro, colorato e vario, che ripercorre un po’ tutte le materie. Diverso il discorso alle secondarie di primo grado. In questo caso, ci sono forti differenze tra gli istituti e le sezioni. C’è chi non ha avuto quasi nulla e chi, invece, deve svolgere tanti compiti per quasi tutte le materie. “Sono davvero troppi - sbottano i genitori di una media -. I ragazzi sono arrivati a giugno molto stanchi. Non sarà facile riuscire a finire tutto quanto. Ci sono tanti libri da leggere, moltissimi esercizi di aritmetica, ricerche da fare…. C’è anche da studiare i capitoli di storia e geografia non fatti durante l’anno”. E alle superiori? Non si transige al classico. “E’ una scuola impegnativa - dice la dirigente del Galileo, Liliana Gilli -. I compiti è importante farli. Così come è fondamentale leggere dei libri”. E Gilda Tortora, del classico Michelangiolo: “I miei docenti reputano i compiti per le vacanze necessari in quanto gli studenti devono stare un po' in esercizio anche durante la lunga pausa estiva, pur riconoscendo il sacrosanto diritto di riposarsi. Bisogna però ammettere che non sono più l'incubo di anni fa in quanto molti insegnanti hanno abbassato il tiro e sono più  moderati nelle richieste. Dipende poi anche dalla tipologia di scuola: in un liceo classico è indispensabile non interrompere completamente lo studio".

Diversamente va all’Iiss Peano: “Il concetto di compiti per le vacanze è un po’ superato - osserva la preside, Maria Centonze -. Intanto, bisogna distinguere tra chi è stato promosso e chi ha dei debiti. In questo caso, dopo i corsi di recupero di luglio abbiamo dato ai ragazzi delle attività da svolgere. Per gli altri, il discorso è diverso. Siamo ripartiti coi tirocini all’estero. Alcuni giorni fa le quarte sono partite alla volta di Santiago, per 35 giorni di tirocinio in Spagna. Oltre all’Erasmus, abbiamo anche l’alternanza scuola-lavoro nelle aziende”. Insomma, ai classici compiti si sostituiscono esperienze di crescita personale e, guardando al domani, professionale. “I compiti estivi sono un tormento per genitori e nonni - sbotta Adriano, che ha un nipote di 12 anni -. Sarebbe meglio se la scuola aprisse una settimana prima per recuperare i concetti utili. L’estate va dedicata alle libere attività dei ragazzi”.