Firenze, 8 aprile 2023 - Chi proprio non li faceva, chi si riduceva all’ultimo e chi era puntualmente costretto a rimandare per colpa del…. destino.
Che ricordi hanno dei compiti delle vacanze i volti noti di Firenze? Ha fatto tanto scalpore la lista di cose da fare per Pasqua data agli alunni dalla maestra Morgana della Vittorio Veneto: guardare il cielo, ridere, mangiare tante uova, esser gentili.
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“I veri maestri sono questi, sono quelli che fanno amare la scuola e che danno il piacere di imparare - non ha alcun dubbio Alessandro Paci -. Per quanto riguarda me, ricordo che mi davano tantissimi compiti…. Ma io non li facevo. Pertanto, in pratica, diventavano come quelli della maestra Morgana. La mia maestra, comunque, era buona. Pertanto, anche se mi coglieva in fallo non succedevano certo tragedie”.
E dopo la primaria? “Sinceramente, più che altro mi ricordo i compiti delle elementari - prosegue Paci -. Alle medie c’era forse un librino di ripasso. Ma niente di eclatante. Alle superiori, dei libri da leggere. D’estate, a quei tempi, si andava via per tre mesi…. I miei mi facevano studiare un’oretta dopo pranzo. Poi, tornavo in spiaggia”. “Sono sempre stato un po’ vagabondo per i compiti a casa - ammette Paci -. Non tollero però i genitori di oggi che contestano sempre tutto. Le chat di classe dei miei figli erano folli. Non va bene difendere sempre e comunque i ragazzi. C’è poi chi picchia i docenti… Ma dove siamo arrivati? No, proprio non ci siamo”.
Lorenzo Baglioni ricorda come fosse ora di quando andava dai nonni sull’Amiata, rigorosamente “in compagnia del libro coi compiti delle vacanze”.
“Restava immacolato fino alla fine di agosto. Poi, mi impegnavo per dare il massimo e svolgere almeno le cose più importanti - sorride Baglioni -. Va detto che nessun docente si è mai degnato di correggere quei compiti. Secondo me, fondamentale è trovare il giusto equilibrio, sempre. A Pasqua sarebbe meglio evitare: la maestra Morgana ha ragione. Bisogna recuperare le energie!”.
E nella breve parentesi di insegnante? “Non eccedevo nel dare i compiti. Meglio poche cose. Ma su quelle non si transige”. Il tema appassiona così tanto che forse meriterebbe una canzone… “Davvero. Ci lavorerò su”, promette Baglioni.
“Adoro la maestra Morgana: quando si lavora bene in classe, non c’è bisogno di ‘martellare’ gli alunni anche durante le vacanze”, dice Gaetano Gennai.
“Io - ride - ho un ricordo meraviglioso dei compiti delle vacanze. Facevo un bel cronoprogramma ma, puntualmente, il destino avverso mi impediva di rispettarlo. Una volta mi alzavo tardi, un’altra veniva il cuginetto, un’altra ancora il tempo era così bello che risultava impossibile stare sui libri. Insomma, con mio estremo rammarico e, ribadisco, contro il mio volere, mi ritrovavo a dover far tutto gli ultimi giorni. Fino alle medie, poco male. Ma al liceo classico era una tragedia.
Comunque, perché tediare gli alunni durante le vacanze? Bisogna tutti staccare la spina! Forse i professori non si ricordano di quando erano ragazzi? Oppure prevale uno spirito di rivendicazione inconscia?”. E Leonardo Pieraccioni? “Non mi ci far pensare”, si limita a dire. E manda a tutti gli auguri di buona Pasqua. Come dire: meglio pensare subito ad altro.
“I compiti delle vacanze? Erano sempre un incubo - racconta infine WikiPedro - Ero uno di quelli che li faceva sempre nell’ultima settimana, prima del ritorno a scuola. Non solo. Al liceo venivo sempre rimandato in più di una materia, quindi i compiti erano ancora di più…”