Firenze, 16 aprile 2020 - Da Signa a Bergamo e poi a Brescia nel segno della solidarietà. Abukar Aweis Mohamed, 48 anni, infermiere, esperto in emergenza, oggi dipendente di Villa Donatello, dopo una lunga esperienza al cantiere Cavet dell’Alta Velocità e, precedentemente, nelle prime sperimentazioni della centrale unica del 118, ha dato la propria disponibilità a partire con la Protezione civile. E, nonostante le tantissime proposte arrivate da parte di infermieri di tutta Italia, è stato scelto proprio per intervenire nel cuore dell’emergenza.
«Ho giurato fedeltà alla Costituzione Italiana 20 anni fa quando ho acquisito la cittadinanza e ne sono fiero – spiega Abukar, originario della Somalia ma conosciutissimo a Firenze e in Toscana anche per il suo impegno politico, sociale e a favore della categoria professionale degli infermieri -. Ho sentito il dovere di onorare la Nazione che mi ha accolto e di aiutare il mio popolo e i miei colleghi, non dimenticando quanti di noi, fra personale sanitario e cittadini, non sono più con le loro famiglie. Il lavoro che ho scelto e che sceglierei mille altre volte richiede impegno, competenza, empatia e senso di fratellanza; è per questo che non ho avuto dubbi nel partecipare alla chiamata della Protezione Civile. Questo non significa che noi infermieri non abbiamo paura – conclude - ma proprio la paura ci spinge a proteggerci per preservare la nostra vita anche in emergenza. In Toscana la situazione è meno drammatica rispetto al Nord Italia: è quindi giusto intervenire per aiutare chi sta vivendo difficoltà maggiori».
In questo momento Abukar sta lavorando nel reparto Covid dell’ospedale di Vallecamonica (Brescia), dove è arrivato dopo essere passato da Roma per i controlli del caso e quindi da Bergamo. «Insieme agli altri infermieri che hanno aderito alla chiamata della Protezione civile siamo alloggiati in un appartamento – spiega – e ci hanno messo a disposizione tutto il necessario per il soggiorno e gli spostamenti. La situazione è complessa ma sotto controllo: noi faremo del nostro meglio per dare una mano a colleghi e pazienti».
Lisa Ciardi