LISA CIARDI
Cronaca

Riflettori sul condominio: “E’ nullo il regolamento che vieta animali in casa”

L’avvocato Santarelli: “Nessuna norma può impedire di possedere cani o gatti Ma serve rispetto verso gli altri per evitare rumori fastidiosi o sgradevoli odori”

Animali nel condominio: ecco tutto quello che c'è da sapere

Animali nel condominio: ecco tutto quello che c'è da sapere

Firenze, 16 settembre 2024 – Sono ormai parte di tante famiglie. Eppure, cani, gatti e altri animali da compagnia rischiano, loro malgrado, di diventare spesso oggetto di liti e dispute condominiali. Abbiamo analizzato i problemi più frequenti – e insieme qualche suggerimento pratico – insieme all’avvocato Luca Santarelli, esperto in tematiche condominiali.

Avvocato, qual è il principio generale in questa materia?

“Va premesso che, oggi, cani e gatti costituiscono il vaccino al più grave virus del secolo: la solitudine. Infatti, è indubbio che molte famiglie italiane sono costituite da una sola persona accompagnata da uno o più animali. Accanto a questo dato di fatto, vi è però un’analisi da fare riguardo alla presenza di questi straordinari animali da compagnia all’interno delle mura condominiali. Da qualche anno ormai è lecito tenere nelle proprie abitazioni animali domestici, quelli che gli inglesi chiamano ’Pet’, ma questo non significa che possano fare quel che desiderano o, detta meglio, che i padroni non adottino regole di buona educazione e rispetto, prima ancora che osservare le leggi (che in materia esistono)”.

E se il condominio vieta gli animali?

“Se la norma di un eventuale regolamento condominiale ponesse il divieto di tenere in famiglia animali domestici sarebbe radicalmente nulla. È importante saperlo perché nel nostro Paese esistono moltissimi stabili con regolamenti scritti e approvati prima del giugno 2013, data dell’entrata in vigore delle nuove norme del diritto condominiale. I vecchi regolamenti possono contenere articoli che pongono questo tipo di divieto, ma in questi casi si ha, appunto, la nullità della norma”.

Quali i problemi più comuni?

“Spesso le problematiche sono legate alla carenza dei requisiti igienico-sanitari e ai rumori. La prima casistica ricorre quando a causa di poca attenzione da parte dei padroni o per un elevato numero di animali presenti nell’abitazione viene a mancare la pulizia degli escrementi o si ha una non adeguata igiene personale degli stessi animali. In questo caso l’odore si propaga nelle parti comuni e negli altri appartamenti generando discussioni di vicinato. I rumori si hanno soprattutto quando gli animali, i cani in particolare, vengono lasciati a lungo soli in casa o hanno attitudine ad abbaiare molto. In entrambi i casi i vicini soffrono un grande e giustificato disturbo”.

Che fare quindi?

“A livello legale, il primo passo è investire tempo e risorse nel dialogo, far capire quindi ai padroni che devono adottare un protocollo di gestione dell’animale domestico diverso da quello in essere. Laddove il tentativo conciliativo non dovesse sortire effetti rimangono le vie legali, partendo dal primo livello che è la conciliazione presso gli organismi preposti, salvo che non vi siano i presupposti per agire in Tribunale in via d’urgenza”.