
La sede di Sollicciano della Cooperativa di Legnaia
Firenze, 7 genanio 2021 - AAA acquirenti cercasi per la cooperativa di Legnaia. Un pezzo di storia di Firenze, nato nel 1903 per mano dei coltivatori della piana fiorentina, che è finito in vendita dopo un dissesto finanziario certificato che ha determinato la liquidazione coatta amministrativa. Ora il tempo sta scadendo, e se non si troverà una soluzione entro febbraio, il risultato potrebbe essere la scomparsa di un marchio caratteristico della città e la fine delle speranze per i 65 lavoratori che sono ancora all’interno. La prima asta il 29 dicembre è andata deserta. La seconda è stata bandita nei giorni scorsi. Per formalizzare proposte d’acquisto c’è tempo fino al 9 febbraio. L’apertura delle buste è stata fissata il 10. Complesso l’impianto del bando, che consiste di quattro offerte diverse: una globale per marchio e attività vivaistiche connesse nelle strutture di Sollicciano, via Villamagna e Borgo San Lorenzo (ramo d’azienda con subentro nell’affitto del negozio); le altre tre singolarmente per Sollicciano, via Villamagna, e per quella borghigiana (solo ramo d’azienda).
Il valore globale a base d’asta è importante: 9.419.426,40, con offerta minima di poco più di otto milioni. Il singolo prezzo di Sollicciano è 7.318.393,60; solo Borgo San Lorenzo vale 76.961,60, mentre via di Villamagna che comprende anche l’immobile ha un valore d’asta di 863.622,40. Nella vendita saranno privilegiate le offerte unitarie, tranne nel caso in cui la somma delle offerte per i vari lotti, pur presentate da persone diverse, garantisca un introito più alto rispetto a chi si propone per l’intero. Ovviamente il boccone più goloso è il centro commerciale con terreni e vivaio in via di Sollicciano: un’area di 75.838 mq di superficie interamente recintati. Un terreno che però è vincolato all’uso da parte di un soggetto con finalità agricole; cosa che taglia fuori per esempio le normali imprese di grande distribuzione. Oltre al dispiacere per veder a rischio chiusura una realtà così importante e conosciuta per la città, c’è in ballo anche il destino dei lavoratori. All’inizio della crisi erano un centinaio. Adesso ne sono rimasti una sessantina.
Alcuni di loro hanno messo in piedi una propria coop (l’hanno chiamata Valore-lavoro) e stanno provando a trovare delle garanzie economiche per far rivivere Legnaia; altri invece attendono di capire quale sarà il destino della cooperativa, puntando in un possibile reimpiego dalla nuova proprietà. Tutti però in questo momento hanno bisogno di un sostegno al reddito. "Il ministero dello sviluppo economico – ha detto Yuri Vigiani Filcams Cgil – ha concesso l’esercizio provvisorio fino al 28 febbraio. Una notizia positiva visto che la chiusura prevista il 31 dicembre è stata così spostata di due mesi. I lavoratori stanno ruotando in cassa integrazione, e avranno il sostegno di questo ammortizzatore sociale fino all’8 marzo. Ma come sindacato stiamo lavorando perché sia data loro l’opportunità di avere ancora ammortizzatori sociali aspettando di capire quale sarà il destino della cooperativa". Tra i lavoratori c’è una certa preoccupazione, perché in genere gli acquirenti non si presentano subito, ma attendono che il prezzo a base d’asta cali. Un gioco di strategia che poco si concilia con la voglia di sapere quale sarà il proprio destino professionale che serpeggia tra gli addetti.