MATTEO ALFIERI
Cronaca

È stato ucciso il corriere scomparso con il carico di borse Gucci. Il corpo gettato in un dirupo

Il cadavere del quarantenne italo-argentino era dietro alcune case nella campagna dell’Amiata. I carabinieri sono andati a colpo sicuro: è dunque possibile che uno dei tre fermati abbia confessato

Ritrovato il corpo del corriere scomparso col carico Gucci

Ritrovato il corpo del corriere scomparso col carico Gucci

Arcidosso (Grosseto), 26 giugno 2024 – Nicolas Matias Del Rio è stato ucciso. Il corpo del corriere scomparso il 22 maggio è stato trovato in un dirupo proprio dietro alla villetta di Case Sallustri, un gruppo di case immerse nelle campagne dell’Amiata.

Sono stati i carabinieri del nucleo investigativo della Procura, ieri nella tarda serata, a compiere il sopralluogo decisivo e dare una svolta all’indagine sul 40enne argentino (che lascia la moglie e un figlio piccolo), il cui furgone era stato dato alle fiamme dopo una rapina da mezzo milione di euro in borse Gucci.

Il corpo sarebbe stato gettato in un dirupo non lontano dalla casa, nascosto dalla vegetazione per oltre un mese. In quella villetta, qualche giorno fa, i carabinieri avevano trovato accessori delle borse scomparse che la casa di moda aveva confermato come sue. E un fucile sotterrato.

I carabinieri sono andati a colpo sicuro: forse perché uno dei tre indagati aveva vuotato il sacco. Nel pomeriggio infatti i sostituti procuratori Giovanni De Marco e Valeria Lazzarini, avevano aggiunto due capi di imputazione ai tre indagati, già in carcere: quello di omicidio volontario e sequestro di persona, contestati a Klodjan Gjoni 33 anni, albanese, Ozgur Bozkurt, 44 anni e Kaia Emre, 28enne, entrambi turchi.

Che sono andati ad aggiungersi alla rapina e al danneggiamento. Sono stati iscritti nel registro degli indagati anche Niko Gjoni, padre di Klodian (difeso dall’avvocato Diletta Fivizzani) e Zindan Bozkurt (difeso da Domenico Fiorani), padre di Ozgur. Loro dovranno rispondere in concorso di rapina, sequestro di persona e danneggiamento.

Non si esclude che la matassa si sia dipanata ieri mattina, nel carcere di Regina Coeli, dove si è svolto l’interrogatorio di Klodjan Gjoni: l’uomo su cui, secondo gli inquirenti, ruota gran parte dell’inizio della vicenda. E’ lui infatti che è salito a bordo del furgone del corriere argentino e che avrebbe fatto subito dopo la telefonata al datore di lavoro di Del Rio, facendosi passare per "Goni", sfruttando l’assonanza tra i cognomi.

Era una trappola: Gjoni, che si sarebbe appunto qualificato come "Goni", aveva parlato di un guasto al proprio mezzo e aveva chiesto un passaggio per completare il proprio trasporto, ottenendo l’ok dell’ignaro titolare della ditta di autotrasporto, la New Futura, Sergio Pascual De Cico. Gjoni, insieme a Bozkurt e Emre, avrebbero poi aggredito e ucciso Del Rio, gli avrebbero rubato il carico e dato fuoco al furgone, con lo scopo di cancellare le tracce.

E poi lo hanno caricato sulla Panda gialla, quella che è stata ripresa dalle telecamere della videosorveglianza mentre seguiva il furgone, lo hanno portato a Case Sallustri, e lo hanno gettato in un dirupo. Un nascondiglio ideale, secondo la banda, visto che quella zona era "curata" Niko Gjoni, padre di Klodian. I tre indagati, a Case Sallustri, furono visti spesso tra il 29 maggio e il 2 giugno. Erano andati lì per portare via le borse perchè quella refurtiva "scottava". E poco più in là c’era il corpo di Nicolas, che si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.