CARLO BARONI
Cronaca

Coronavirus, la paura svuota i treni. Pochi pendolari e controlli sporadici

La Nazione in viaggio sui convogli. Telelavoro, università e uffici chiusi: sono cambiate le abitudini di chi viaggia. Per tutte le vostre segnalazioni inviate un messaggio al numero Whatsapp 3316121321

Coronavirus e trasporti

Pisa, 14 ottobre 2020 - Se, come del resto è vero, la storia del mondo corre anche sulle rotaie, basta salire in carrozza di questi tempi per capire che siamo dentro una rivoluzione epocale. La pandemia da Covid-19 sta cambiando tutto e nulla sarà come prima, dal modo di fare impresa agli spostamenti per studio o lavoro: smartworking e lezioni on line aiutano a restare a casa, al sicuro: Il timore degli assembramenti e dei convogli chiusi, invece, hanno spinto chi può a cercare alternative, come dimostra la ripresa delle due ruote.

Siamo a Pisa, alle 7,54, e non ci sono assalti. Impensabile un anno fa. Il treno diretto a Firenze, sul quale siamo anche noi, farà tutte le stazioni, con soste principali a Pontedera, Empoli e Lastra a Signa. In particolare la stazione della città della Vespa è anche uno snodo strategico per i movimenti dei venditori ambulanti extracomunitari: d’estate diretti verso il litorale; in autunno e inverno attratti dalle potenzialità turistiche di Firenze. Loro ci sono. Complessivamente c’è gente nei vagoni, ma nessuno è pieno. Si sale e si scende alle fermate, ma i numeri non sono importanti. Vuol dire che va tutto bene? Affatto. Sul treno ci sono i dispenser di gel igienizzante e la voce registrata raccomanda i viaggiatori, durante tutta la tratta, di disinfettare le mani frequentemente: nessuno lo fa, mai.  

E la mascherina? Quasi tutti i viaggiatori la indossano, anche se con attenzioni diverse. Il problema, semmai, è che scarseggiano i controlli: abbiamo fatto il viaggio da Pisa a Firenze, e viceversa, ma nessuno ha verificato il nostro foglio di viaggio. E così nessuno ha detto qualcosa a quel giovane straniero con felpone e cappuccio che, indisturbato, ha ascoltato musica senza mai indossare la mascherina. La normativa prevede che in caso di trasgressione si arrivi fino all’intervento della polizia con il servizio che cessa alla stazione successiva. Ma lui è salito a Pisa ed è arrivato a destinazione con le stesse modalità pre-Covid. "Succede quasi tutti i giorni che ci sia qualcuno così – ci dice Andrea, un giovane pendolare –; e succede anche che il biglietto non venga controllato". Ma con i vagoni che non sono stipati c’è però una maggiore percezione di sicurezza? "Forse. Però se guardiamo il particolare vedo che molti porta-rifiuti sotto i finestrini sono pieni, che il tavolinetto è imbrattato da bevande e residui di cibo, e sono da poco passate le 8 del mattino. Anche il nostro è così, vede che è appiccicoso?", aggiunge. Cosa pensare? "Sente la voce? - prosegue il nostro compagno di viaggio - Dice che il convoglio viene sanificato secondo la normativa...". Nelle stazioni i percorsi sono segnalati a terra, corsie per chi parte e per chi arriva. Non mancano i "distratti" che nelle piccole stazioni si muovono anche senza il rischio che qualcuno li richiami. Insomma, il rispetto delle misure di sicurezza è lasciato al senso civico dei passeggeri e durante il nostro viaggio notiamo che più volte viene meno.  

Ripartiamo da Firenze alle 9,28 e il copione è identico. Ascoltiamo ancora, più volte, quella voce con le raccomandazioni per viaggiare sicuri. Stavolta siamo in molti a scendere a Pisa. Una volta al binario prendiamo il tunnel che ci porta all’uscita: qui incontriamo il chitarrista di colore che allieta chi parte e chi arriva. Intona, in buon italiano, quel successo di De Andr che a un certo punto dice: "alla stazione c’erano tutti....". No, non eravamo tutti. Ma molti meno di sempre. Tanti impauriti e attenti. Alcuni no. E nessuno li ha visti.