Firenze, 17 aprile 2020 - In calo i ricoveri dei pazienti positivi al coronavirus nei presidi dell'Asl Toscana Centro, competente per Firenze, Prato e Pistoia. È quanto spiegato dal direttore generale dell'azienda sanitaria, Paolo Morello Marchese: «In base al dato di stamani - afferma - di 752 posti letto complessivi dedicati all'area Covid ne risultano occupati 498, con 252 posti liberi, di cui 71 in terapia intensiva».
Alta invece la quota dei posti letto occupati nelle strutture dedicate alle cure intermedie dedicate ai pazienti Covid dimessi dagli ospedali e in fase di guarigione e agli ospiti delle Rsa che pur essendo positivi non necessitano di cure ospedaliere: «Su 127 posti attivi - prosegue Paolo Morello Marchese - quelli occupati sono 108». Sempre per quanto riguarda la Asl Toscana Centro, prosegue l'esecuzione dei test sierologici su tutti i 14.853 dipendenti dell'azienda sanitaria: «Col sierologico abbiamo raggiunto al momento 11.222 persone, il 76% dei nostri dipendenti».
Per quanto riguarda le altre categorie a rischio individuate e per le quali il test viene eseguito dalla Asl, tra cui medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, guardie mediche, personale sanitario e amministrativo degli istituti penitenziari, la percentuale raggiunta, spiega sempre Paolo Morello Marchese, al momento «è del 30, 40%».
Per quanto riguarda gli asintomatici aggiunge Paolo Morello Marchese «circolano, se pur in maniera frammentata, e quindi il contagio si mantiene. La riflessione fatta dall'Iss è che circa il 90% della popolazione sia ancora esente da contatto col Covid-19, e questo implica inevitabilmente un rischio che si perpetua nel tempo, perché appena si aprono i cancelli il virus trova diverse persone ancora 'vergini' e quindi tende a ripartire». «Perciò - aggiunge - le misure da adottare nella fase 2 devono essere adeguate a questo rischio, che permane». «La cosa che colpisce - prosegue il direttore della Asl - è che pur non avendo la possibilità di saltare da un paziente all'altro e non contagiare granché, il virus mantiene sempre la sua forza di contagio per cui basta un positivo perché riesca a moltiplicarsi». La maggior parte dei nuovi contagi, spiega ancora, dopo il lockdown si sono registrati nelle piccole comunità chiuse, ossia nei nuclei familiari e nelle Rsa.