Firenze, 2 marzo 2020 - E ora in Toscana scoppia la disputa sull’utilizzo del Remdesivir. Si tratta del farmaco antivirale prodotto dalla Gilead Sciences contro Ebola, dimostratosi efficace anche contro altri virus (compresi Mers e Sars). Lo hanno usato per curare i due pazienti cinesi e il ricercatore emiliano ricoverati all’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma: guariti. Mentre anche in Lombardia i pazienti più gravi vengono trattati con questa stessa cura, in Toscana non si riesce a trovare una sintesi. Il reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri, alle porte di Firenze, è riuscito a ottenerlo secondo la procedura prevista per l’"uso compassionevole" – anche se ancora non lo ha somministrato ad alcun paziente –, a Careggi non si intende neppure farne richiesta perché "non c’è nessuna indicazione che preveda il trattamento dei pazienti con questo farmaco". Eppure anche se non c’è la licenza, in una conferenza stampa a Pechino, il rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che il Remdesivir "al momento è il solo farmaco che riteniamo possa avere una reale efficace". Anche sull’utilizzo di cortisonici c’è una disputa fra infettivologi. Dunque in molte situazioni di infezione acuta grave polmonare, oltre a curare i pazienti con il mix di principi attivi Lopinavir e Ritonavir, farmaci antiretrovirali utilizzati per il trattamento di pazienti con infezione Hiv, viene fatta richiesta per "uso compassionevole" di Remdesivir. Attualmente la Gilead Sciences ha fatto partire la terza fase di sperimentazione, con due studi clinici con arruolamento ci circa mille pazienti per valutare la sicurezza e l’efficacia del farmaco negli adulti con diagnosi di Covid-19. In attesa di poter commercializzare il prodotto, in collaborazione con agenzie governative, organizzazioni non governative e autorità regolamentari locali, Gilead sta fornendo il Remdesivir a pazienti qualificati con Covid-19 sulla base della procedura "uso compassionevole" per il trattamento delle emergenze al di fuori degli studi clinici in corso. Il reparto di Malattie infettive di Ponte a Niccheri, diretto da Pierluigi Blanc, aveva fatto richiesta del farmaco per un paziente le cui condizioni poi sono migliorate. Ma se si dovesse presentare la necessità verrebbe sicuramente utilizzato: se si può salvare una vita, ogni tentativo dev’essere fatto. Per avere il Remdesivir non c’erano stati ostacoli: il comitato etico d’Area vasta aveva concesso rapidamente l’autorizzazione. Magari sarebbe auspicabile che la Toscana si muovesse compatta nella stessa direzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CronacaCoronavirus, scoppia la disputa sul farmaco sperimentale