
Luca Menoni
Firenze, 25 marzo 2020 – In una città in cui tutto sembra fermo, molte zone sono più attive che mai. Come il mercato di Sant’Ambrogio, punto di riferimento, nel cuore della città, per i tanti fiorentini che vanno a fare la spesa. Tra coloro che assicurano servizi e beni essenziali, c’è Luca Menoni dell’omonima macelleria di Sant’Ambrogio, una delle più antiche della città, che l’anno prossimo compirà cento anni.
“Per aprire l’attività alle 7, la giornata per noi inizia presto, alle cinque del mattino – spiega Luca Menoni – La prima cosa che facciamo è iniziare a preparare gli ordini. La metà del nostro attuale lavoro si svolge infatti attraverso consegne a domicilio. In questo periodo ho notato che la clientela sta tornando alle vecchie abitudini, a quando le famiglie stavano tutti più in casa. E infatti l’acquisto più frequente è la carne da cucinare in casa. Quanto alle prescrizioni dovute all’emergenza, ho notato che la gente ha subito rispettato le norme di sicurezza. Le persone sono diligenti, rispettano il metro e mezzo di distanza, e invece che venire babbo, mamma, nonna e nipoti insieme, viene uno solo. Moltissimi usano i guanti di lattice. L’attenzione per la sicurezza dei clienti e nostra è massima, ci siamo subito attivati con gel disinfettanti e mascherine, abbiamo posizionato a terra delle strisce per indicare ai clienti le distanze. Se stare qua ci mette più a rischio rispetto a chi sta in casa? È chiaro che lo siamo di più, ma abbiamo il vantaggio di stare dietro a un bancone, a oltre due metri di distanza dai clienti. C’è solo un attimo in cui si prende la carta di credito, ma ci si lava subito le mani. E a fine giornata, noi siamo aperti tutti i giorni fino alle 14, quando esco gli abiti che uso qui li lascio, indosso e vado via con altri abiti”.
“È un momento difficile davvero – spiega Luca Menoni - dai primi giorni in cui abbiamo appreso la notizia dell’allargamento della zona rossa, quando tutta l’Italia veniva interessata dall’emergenza sanitaria, nell’arco di pochissimi giorni abbiamo visto un cambiamento molto forte nelle abitudini delle persone. La chiusura dei locali pubblici e dei luoghi di aggregazione ha fatto sì che le persone iniziassero a stare più ferme, hanno iniziato a muoversi solo per l’approvvigionamento del cibo e delle scorte legate a questa situazione di necessità. Poi mano a mano il governo e i comuni hanno affinato le regole, e a un certo punto le persone venivano di meno. Come ci siamo organizzati come struttura? Innanzitutto abbiamo cercato di indicare e garantire alla clientela la massima sicurezza, indicando con dei cartelli e delle strisce a terra la distanza da tenere da persona a persona, su cui non è mancata la sorveglianza da parte nostra per far sì che tutti adottassero le norme di sicurezza. Ci siamo dotati di gel disinfettanti e mascherine, e ai clienti abbiamo cercato di far capire che è importante mantenersi lontani”. “In quest’ambiente nel quale lavoriamo siamo sei macellai, due pescherie, le panetterie, le gastronomie, la frutta e la verdura, all’interno e all’esterno del mercato. Tutti noi – continua Menoni - abbiamo allora pensato ad organizzarci al meglio per vedere come sopperire alla mancanza di clientela. La cosa giusta da fare era far sapere alle persone che potevamo garantirgli un servizio a domicilio, e questo è stato importantissimo. Il servizio è stato subito proposto, la clientela ha incominciato subito a chiamare e oggi riusciamo a fare quasi la metà del lavoro attuale grazie a questo supporto. Alcuni di noi propongono di portare anche una spesa più completa, ad esempio se lei mi chiama e mi dice di trovare anche farina, zucchero, burro ecc. Quelli che chiamano di più sono anziani o famiglie che hanno bambini piccoli. Da noi c’è di tutto, per chi cerca la carne tradizionalmente preparata, il pronto per la cottura, dallo spiedino all’involtino, abbiamo anche il già cotto e si può anche mangiare sul posto da mezzogiorno alle 14 con la Ristomacelleria. Anche se in questo periodo, come le dicevo, ho notato che la clientela sta tornando alle vecchie abitudini, a quando le famiglie stavano tutti più in casa, e richiedono carne da cucinare a casa. Siamo in questo spazio dal 1921, l’anno prossimo compiremo cent’anni. L’attività è passata dal nonno al babbo a me, sono il terzo della generazione famiglia. Vendo anche salumi e ho rapporto direttamente con gli allevatori carni locali. Autenticità, tradizione e conoscenza animano da sempre non solo la mia attività, ma tutti coloro che lavorano in questo mercato”. E la Macelleria Luca Menoni prosegue nel solco della storica tradizione di famiglia, assicurando tutti i giorni ai fiorentini un servizio essenziale con la professionalità e qualità che gli è propria, anche in tempi di Coronavirus.
Maurizio Costanzo