Firenze, 15 agosto 2020 - «Siamo pronti ad affrontare un’altra eventuale emergenza, ma con un’organizzazione ospedaliera diversa, frutto di quanto imparato da un’esperienza drammatica". Una seconda potenziale ondata di ricoveri da coronavirus sarà affrontata dalla Asl Toscana Centro (col coordinamento centralizzato della Regione) con 44 posti di terapia intensiva ordinari negli ospedali di Firenze, Prato, Pistoia e Empoli. Lo sottolinea Federico Gelli, direttore maxi-emergenze dell’azienda sanitaria. I primi a gestire i ricoveri saranno ancora una volta i reparti di malattie infettive, quindi a Firenze il Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri. Poi, in base alle esigenze, saranno convertiti reparti diversi: in poche ore, afferma Gelli, si può triplicare il numero delle intensive fino a 128 posti.
In casi estremi potranno arrivare a 160-170. Ma la sanità conta di non dover più interrompere le altre attività ordinarie e programmate, come accaduto nel recente passato: "È stata una scelta obbligata che ora sta provocando liste di attesa da smaltire" dice Gelli, ma che non riaccadrà: "Abbiamo 800 assunti in più e 600 nuovi letti di cure intermedie che ci permettono di lasciare i reparti ospedalieri ai più gravi. Abbiamo imparato da quanto successo".
Vanno ripensati i pronto soccorso: "Durante la fase acuta della pandemia, gli accessi sono diminuiti di più del 50%. Degli oltre 750 utenti giornalieri in tempi "normali", solo una cinquantina sono per patologie tempo-dipendenti, come infarti, ictus, traumi importanti. Abbiamo dunque ripensato all’organizzazione del 118 per una maggior appropriatezza degli accessi, a un coinvolgimento di medici di famiglia e guardie mediche e a un "ospedale senza mura", ossia i Girot, team di specialisti ospedalieri che portano cure di alto livello sul territorio.
Con la centrale infermieristica di continuità assistenziale aperta 24 ore al giorno, interventi come stomie staccate, sondini nasogastrici sfilati, cateteri bloccati saranno risolte a domicilio. I pronto soccorso saranno riorganizzati per percorsi sicuri, con sale di attesa senza assembramenti e spazi per letti e poltrone definiti, in nome del distanziamento. "Restano i pre triage per dividere i Covid dai non Covid – dice Gelli –. Con i "fast truck", i pazienti che hanno bisogno di interventi specialistici andranno in reparto senza passare dal pronto soccorso. Coi "Day service multidisciplinari", gli specialisti accoglieranno direttamente i pazienti per interventi veloci e dimissioni rapide".
Ripensati anche gli ambulatori ospedalieri: "Si potrà arrivare massimo 15 minuti prima dell’orario e si andrà via entro 15 minuti dal termine dell’appuntamento: diminuiranno così le attese. Continueremo a usare poi, dove possibile, la teleconsulenza". Sono per lo più novità assolute per la Toscana e anche per l’Italia, nate dall’esperienza della pandemia: "La riorganizzazione – conclude il direttore delle maxi emergenze Asl – porta a ospedali aperti, assistenza specialistica sul territorio e reparti dedicati alle cronicità, gli anziani, le urgenze. Questo drammatico periodo servirà per una sanità migliore, con risposte più veloci e appropriate".
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