Firenze, 21 febbraio 2020 - Le strutture della sanità toscana sono a lavoro per adeguare il sistema di sorveglianza attiva già operante alla luce della nuova circolare ministeriale. È quanto si apprende da fonti della Regione Toscana. Nelle prossime ore, si spiega, sarà data «una dettagliata comunicazione».
Così dunque la Regione Toscana riguardo alla bufera politica scatenata dal coronavirus, con le accuse tra il centrodestra e il presidente della Regione Enrico Rossi, accusato di aver preso decisioni troppo morbide per i controlli sui cittadini cinesi tornati in Toscana dopo il Capodanno, alla luce anche dei primi contagi su suolo italiano, avvenuti nella zona di Lodi. E di un rifiuto di allarmismi, chiedendo invece calma e concretezza, parla Stefano Scaramelli, presidente del gruppo Italia Viva in Consiglio regionale e presidente della Commissione Sanità dell'Assemblea toscana.
"Non servono allarmismi ma calma e concretezza nell'affrontare il coronavirus - dice Scaramelli -. È a livello nazionale che serve l'intervento anche del ministero dell'Interno. Per coloro che hanno avuto un contatto con persone infettate, la quarantena volontaria, obbligatoria, nelle misure in cui gli esperti la ritengono più adeguata deve essere stabilita a livello nazionale. In maniera omogenea e non a macchia di leopardo. A oggi i casi sono in Lombardia, non in Toscana, ma questo non può non essere da monito anche per la nostra e per tutte le altre Regioni".
"È il momento di prendere le decisioni più idonee possibili - aggiunge Scaramelli - per bloccare la diffusione del virus e rassicurare le persone sul rischio di contagio. Sui casi di Codogno e sulle esternazioni via Facebook del presidente Rossi la mia posizione è al fianco del professor Roberto Burioni - aggiunge Scaramelli - La cultura, la ricerca, la scienza sono e dovrebbero essere il faro delle scelte politiche. Se è così è buongoverno, altrimenti è populismo".