Firenze, 18 marzo 2020 - Giovanni Belcari è medico del 118 e sindacalista. In prima linea.
Ci diceva che la protezione civile non ha mandato le maschere promesse.
"Quelle maschere sono inutili e sono come un foglio di Scottex: ottime per spolverare. È come andare in una centrale atomica con la muta da sub".
Quindi lei adesso è a rischio?
"Noi medici siamo sempre a rischio, e lo siamo oggi più che mai, senza protezioni che mancano anche a medici di famiglia, guardie mediche, medici e infermieri di reparto. Mi dica, che senso avrà cercare posti letto, respiratori automatici, se mandiamo i medici ad ammalarsi o diamo loro protezioni inadeguate? Lo sa che ai medici richiamati dalla quarantena per contatti con pazienti a rischio, pochi giorni fa, neanche è stato fatto il tampone?".
Lei si scaglia contro la politica dei tagli, è questo il problema? "Non l’unico. É ovvio che se ho meno posti letto in terapia Intensiva rispetto a 20 anni fa, con la popolazione che aumenta in età, se ho meno medici del 118, allora devo contare sulla buona volontà di medici e infermieri che lavorano come muli. Gli apparati strategici vanno mantenuti operativi durante i tempi di pace, perché quando si va in guerra non ci si inventa dal nulla un esercito di medici. Questi medici e infermieri sono adesso in trincea, e stanno combattendo una lotta impari con armi del tutto inadeguate. Il primo morto Covid-19 in Italia risale al 20 febbraio. E già in Cina erano 3.000 i morti a gennaio. Dove sono le nostre scorte? Qualcuno dietro la scrivania dormiva. É imperdonabile".
Come fate a orientarvi nel caos di questi giorni? "Oggi ci troviamo a seguire una procedura diversa al giorno per trattare noi stessi e i nostri malati: ci dicono che vanno bene le maschere chirurgiche a meno che il paziente sospetto Covid-19 non necessiti di intubazione. Ma chi può essere certo a priori se quel paziente necessiterà, ad esempio durante il suo trasporto, di tali procedure? E un paziente Covid-19 che tossisce a ripetizione in un ambiente piccolo come un ambulatorio, o una stanza d’ospedale, o una ambulanza, non è un paziente che diffonde il virus?".
I cittadini come saranno curati? "Oggi i medici e gli infermieri del Servizio pubblico rischiano sulla propria pelle ogni istante, anche adesso, e continueranno a farlo perché nessun cittadino, nessun paziente dovrà sentirsi abbandonato. Ma mi dica: saremmo oggi in questa condizione se non avessimo assistito allo smantellamento di servizi essenziali ogni anno, polverizzando posti letto, dando succulenti incentivi a supermanager premiati per tagliare spesa sanitaria, ridurre personale, sferrare colpi su colpi a servizi essenziali come il 118?".
Cosa farete? "Scriveremo al presidente Mattarella e continueremo a curare i nostri pazienti fino alla fine. Noi non abbandoneremo mai i nostri pazienti, con o senza maschere. A tutti i costi. Nessuno verrà abbandonato. Parola di medico".