LUCA FILIPPI
Cronaca

L'inchiesta di San Vincenzo: appalti in cambio di contributi elettorali. Ecco i retroscena

Le accuse alla base dell’arresto del sindaco Bandini. Nell’indagine della Finanza è ipotizzata una lunga serie di reati

L'arresto del sindaco Bandini

L'arresto del sindaco Bandini

San Vincenzo (Livorno), 10 marzo 2021 - Non c’è solo l’arresto del sindaco Alessandro Massimo Bandini e di due imprenditori, Lauro e David Dal Pont, padre e figlio titolari di una impresa di costruzioni di Venturina. Nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Livorno c’è tutta la Giunta comunale di San Vincenzo (non è indagato solo l’assessore Marco Bonicoli), l’ex segretario generale del Comune Salvatore De Priamo, l’ex assessore ai lavori pubblici Luigi Russo. E poi il comandante della Polizia Municipale Claudio Nassi, tecnici e dirigenti comuali di primo piano, per passare poi a imprenditori notissimi nel centro turistico della Costa Etrusca. Come Marco Sparapani (Studio tecnico Sparapani di San Vincenzo) da cui sono passati decine e decine di progetti edilizi del paese, Stefano Lazzerini (società di costruzioni Garden House Spa), Marco Vannucchi e Roberto Nocentini (rispettivamente, consigliere e dipendente della società ricettiva Figline Agriturismo Spa, gestore del camping village Park Albatros. E poi anche altri soggetti come il titolare di una pizzeria per arrivare addirittura al presidente della Bocciofila e del circolo Tennis a di San Vincenzo.

Se l’impianto accusatorio dell’indagine verrà confermato, sul banco degli imputati ci sarà un vero e proprio sistema gestione della cosa pubblica e una rete di rapporti stretti tra imprenditoria e politica. A leggere le pagine dell’ordinanza del Gip di Livorno Mario Profeta, c’è da rabbrividire per una serie di riferimenti a comportamenti e rapporti che sono difficili da spiegare. Come la bottiglia di pregiato vino Masseto (uno dei più costosi di Bolgheri, valore di circa 600 euro) regalata dai Dal Pont a Natale al sindaco Bandini, oppure operazioni di più piccolo cabotaggio come l’assegnazione della gestione del parcheggio camper alle associazioni o infine la ’raccomandazione’ per l’affidamento di un incarico in Comune alla figlia di un ex sindaco (Saverio Baldassarri di Sassetta).

Il nocciolo della vicenda però riguarda i due imprenditori Dal Pont che sarebbero artefici, secondo l’accusa, di dazioni illegittime la cui uscita dalla contabilità aziendale è stata dissimulata tramite il pagamento di fatture per operazioni inesistenti. Dalle indagini sarebbero emerse reiterate condotte di ritenuto abuso edilizio, agevolate da altri reati: dal falso in atto pubblico alla corruzione, alla turbata scelta del contraente negli appalti ad opera di imprenditori e funzionari. In particolare, in una serie di casi, l’azione del comune di San Vincenzo sarebbe stata, secondo la ricostruzione degli inquirenti accolta nell’ordinanza del gip, diretta ad assecondare le richieste di imprenditori che avrebbero contribuito, con varie modalità, ad assicurare per la rielezione del sindaco alle amministrative del maggio 2019, un sostegno politico e finanziario nella misura del 2 o 3% delle somme incassate per effetto dell’aggiudicazione di lavori pubblici. Tra gli episodi di corruzione contestati, prosegue la Gdf, la percezione del 2% dell’importo di due appalti del valore di 775.000 e 169.000 euro per la realizzazione di opere pubbliche funzionali a migliorare la viabilità di accesso al Park Albatros (la strada e la rotonda sulla Principessa). Condotte queste che per l’accusa sono state ritenute connesse al finanziamento della campagna elettorale per la rielezione a sindaco nel 2019.

Luca Filippi