ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Cani e neonati, nuovo equilibrio: etologi in pista ai corsi preparto. “La famiglia deve essere preparata”

Il piano della Regione dopo l’attacco al piccolo di 15 giorni sottoposto a un intervento al Meyer. Parlano gli educatori Enci: “L’importante è far capire all’animale il suo ruolo, non deve comandare”

Firenze, 25 febbraio 2025 – L’importanza della gestione dell’amico a quattrozampe di famiglia, in particolare quando è in arrivo un neonato, sarà tra gli argomenti trattati da esperti (etologi, veterinari comportamentalisti, educatori e addestratori cinofili) nei corsi di accompagnamento alla nascita delle Asl della Toscana. La decisione è del governatore toscano Eugenio Giani. Presa all’indomani dell’ultimo episodio di aggressione. Venerdì scorso, a Firenze, un piccolo di 15 giorni, in braccio alla madre, è stato morso alla testa dal cane dei nonni - uno Staffordshire bull terrier - e costretto a un intervento neurochirurgico di ricostruzione dell’osso cranico e del cuoio capelluto all’ospedale pediatrico Meyer, fortunatamente senza compromissioni neurologiche. Il bambino si trova tuttora in terapia intensiva neonatale, in condizioni stabili. La gestione della relazione con il cane è di fondamentale importanza in qualsiasi situazione familiare, per evitare che l’animale - per errori commessi dai padroni - possa trovarsi in difficoltà e assumere comportamenti scorretti e anche potenzialmente rischiosi nei confronti dei soggetti più fragili, bambini, anziani e disabili.

Enrica Nausicaa Aschero e Claudio Barbieri
Enrica Nausicaa Aschero e Claudio Barbieri

In particolare con l’arrivo di un bebè in famiglia potrebbero squilibrarsi i rapporti. Per questo la Regione ha deciso di introdurre figure specialistiche all’interno dei corsi di accompagnamento alla nascita delle Asl che permettono di offrire sostegno e informazioni alle donne, ai loro partner e alle loro famiglie, per aiutarli a gestire nel modo migliore, in accordo con le diverse necessità, cultura e valori, il momento di transizione che la nascita di un figlio rappresenta. E su questo fronte, dopo la tragedia di Acerra, ci cui ancora la dinamica non è chiara, al lavoro anche il parlamento. Formare e responsabilizzare chi decide di accogliere un cane nella propria casa, anche indipendentemente dalla razza è l’obiettivo che si propone l’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, presieduto dal Michela Vittoria Brambilla, per prevenire tragedie dovute a cattiva gestione dei cani o, peggio ancora, a intenti criminali. Sono già state presentate quattro proposte di legge.

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"Quando sta per arrivare un bambino è bene prendere informazioni da personale qualificato che aiuti nella comprensione degli eventuali equilibri da ristabilire all’interno della famiglia”. Lo sanno bene Claudio Barbieri e Enrica Nausicaa Aschero, entrambi istruttori e formatori per istruttori cinofili Enci (l’Ente nazionale cinofilia italiana) a Firenze, che da sempre si occupano di educazione di base e recupero comportamentale e dal punto di vista sportivo di agility e obedience in competizioni nazionali e internazionali. Quando è nato il loro figlio Federico in casa c’erano sei cani, alcuni dei quali rieducati dopo l’adozione da famiglie che avevano avuto problemi di gestione: anche loro hanno preso accorgimenti.

Quali?

«Il proprietario di un cane dovrebbe già saper leggere i suoi comportamenti correttamente, ovvero dovrebbe già essere formato e sapere come comportarsi anche per gestire eventuali criticità, ma purtroppo non sempre è così».

Cosa fare?

«L’educazione è fondamentale. Un cane che sa qual è il suo ruolo in famiglia è difficilissimo che dia problemi. Rispetta il capofamiglia, che è il suo capobranco, e non mette in discussione la sua leadership».

Un bambino toglie tempo…

«Infatti la risorsa tempo è importantissima. Quando arriva un figlio, il tempo viene assorbito in gran parte da lui. Se il cane ha chiaro che siamo noi a gestire il suo tempo, non sarà un problema. Anche se dobbiamo ricordare che esiste anche il cane. Che ha bisogno delle sue uscite fisiologiche e tempo ludico che lo faccia sentire valorizzato».

Ci sono dei passi importanti.

«In presenza di bambini piccoli è importante non lasciarli mai senza sorveglianza di un adulto. Se abbiamo bisogno di fare qualcosa che ci distrae, o semplicemente di andare in bagno, si possono usare cancelletti, come quelli dei bambini, per isolare le zone, senza dover segregare il cane in una stanza. Ma molto importante è saper leggere il comportamento del nostro cane, conoscerlo».

C’è una gelosia che può essere scatenata da un’eccessiva umanizzazione dei rapporti con i cani di casa?

«Sempre più spesso si tende ad antropomorfizzare il cane. Sicuramente una parte della gelosia può nascere dal fatto che la risorsa tempo del proprietario non è più una sua esclusiva ma deve dividerla con un altro componente della famiglia. Ma spesso sbagliamo anche a interpretare alcuni gesti del cane. Quando per esempio due membri della famiglia si baciano e si abbracciano e il cane si mette in mezzo, è sbagliato pensare che l’animale sia geloso: lui adotta un comportamento cutoff, ovvero si mette in mezzo perché nel suo linguaggio la troppa vicinanza è potenzialmente rischiosa e potrebbe dar luogo a problemi che lui vuole prevenire. Sta al padrone fargli capire che è tutto a posto».

C’è anche differenza tra razze canine.

«Problemi di possesso e aggressività sono molto spesso dovuti a una cattiva educazione: se il cane non ha chiaro il suo ruolo, tende ad assumere quello di capobranco e a difendere la sua proprietà e la famiglia. D’altra parte è quello che gli abbiamo chiesto in secoli di selezione».

Quindi anche la selezione ha un ruolo.

«Sicuramente se l’aggressività non è selezionata correttamente si hanno derive genetiche. Soprattutto per razze di cani da famiglia per i quali si bada di più alla componente estetica. In quel caso si possono avere problemi. Solitamente cani ben selezionati da lavoro hanno nervi tranquilli, anche se non fanno ciò per cui erano destinati. Sono cani equilibrati che non hanno problemi caratteriali e non mettono in discussione la leadership del proprietario, capaci di gestire situazioni particolari e imprevisti. La verità è che a parte alcuni casi, non c’è un cane che non va bene in assoluto. I problemi sono dovuti a mancanza di educazione e di preparazione».

Chi non deve prendere un cane?

«Chi non ha tempo da dedicargli.Certo, è meglio se non prendo un Border collie se voglio stare tutto il giorno sul divano... Ma non ci sono altre controindicazioni».