ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Corte dei conti choc: "Sanità, così non va. Tante cose da cambiare". Regione sotto accusa

Nella delibera si denunciano liste chiuse e attese troppo lunghe. Caos tra l’attività libero professionale e pubblica dei medici. Censimento dei macchinari sconcertante: molti da sostituire subito

Firenze, 24 gennaio 2023 - La Corte dei conti interviene con una delibera di cento pagine sulla gestione delle liste di attesa nel servizio sanitario regionale della Toscana. La sezione di controllo della Corte non si limita a elencare e argomentare le criticità riscontate nel quinquennio analizzato (2017-2022), ma sottolinea gli effetti negativi che le carenze hanno causato ai cittadini e indica le misure da adottare per migliorare il sistema. Un resoconto degttagliato e che pretende risposte. "Il fenomeno delle liste di attesa in Toscana continua a presentare profili di criticità e disfunzioni organizzative, che si ripercuotono negativamente sulla capacità del servizio sanitario regionale di garantire l’accesso generalizzato e tempestivo alle visite specialistiche e agli accertamenti diagnostici, e che richiedono solleciti interventi di governo del sistema per un recupero di efficienza": questo emerge dal referto alla fine di un’indagine avviata nel quadro della programmazione regionale dei controlli per il 2022.

Quindici giorni fa i vertici della sanità regionale erano stati ascoltati dai magistrati della Corte, dunque l’esito non arriva inatteso. La Corte entra a gamba tesa sulle liste chiuse (vietate per legge) che non permettono l’accesso al sistema da parte del cittadino che resta così senza risposta. E ci sono troppe richieste che rimbazano sul muro del mancato accesso al sistema: circa quattro su dieci. Chi resta fuori è costretto a rivolgersi altrove. Inoltre la Corte denuncia l’inesistenza di procedure informatiche centralizzate di allerta in grado di rilevare e segnalare autonomamente casi di liste bloccate: un fatto che limita enormemente l’attività di vigilanza della Regione sulle aziende sanitarie.

L’elenco delle mancanze è nutrito e vasto. Si fa presente che non ci sono le indicazioni delle classi di priorità nei dati pubblicati sul rispetto dei tempi di attesa: ovvero i tempi per le prestazioni urgenti si sommano a quelli delle altre, alterando i tempi massimi. La Corte rileva anche il mancato e ritardato impiego delle risorse statali per rafforzare le tecnologie dei sistemi di prenotazione. Tanto che il Cup online è stato chiuso dall’ente di supporto tecnico amministrativo regionale Estar dalle 9 alle 13 per sovraccarico: il programma Cup 2.0 non è in grado di sostenere l’accesso contemporaneo di una grande mole di cittadini.

La Corte rileva, inoltre, nel quinquennio analizzato, un eccesso di casi di mancato rispetto del rapporto tra attività libero professionale e attività istituzionale senza che siano state adottate dalle aziende sanitarie le necessarie azioni correttive, come richiesto dal piano nazionale.

La Corte dei conti fa presente anche che troppi macchinari sono obsoleti: 159 apparecchiature, su un totale censito di 336 unità, hanno un’età superiore a 10 anni e quindi sarebbero candidate a una sostituzione a brevissimo termine. Si aspetta un piano che non c’è. Bacchetate anche sul basso livello di recupero delle prestazioni rimaste in sospeso negli anni della pandemia, con scarso utilizzo delle risorse assegnate dal governo (32 milioni di euro). "C’è la necessità di velocizzare l’attività di recupero delle prestazioni sospese anche attraverso misure che consentano un efficiente impiego delle risorse ancora da impiegare".