Firenze, 17 aprile 2021 - Anche la Toscana ha la sua terra di mezzo, un mondo grigio dove affari puliti e sporchi si mescolano e si mascherano, in un lavatrice che lava denari e irregolarità. Ma le macchie restano, come hanno scoperto i carabinieri, Ros, Noe e Forestali uniti in un’inchiesta che accorcia le distanze tra politica e malaffare. Nel mondo di mezzo che affiora prepotentemente dalle carte della Dda, c’è un imprenditore double-face. Si chiama Francesco Lerose, è originario di Cutro, terra di Nicolino Grande Aracri, il boss appena pentito. Lerose, ora in carcere, è nel business dello smaltimento dei rifiuti. Ha due stabilimenti, uno a Pontedera, vicino al cuore della maxi indagine che stava facendo tremare la Toscana, l’altro a Bucine. Proprio dove Nicola Chiefari, figlio di un boss morto ammazzato, si è stabilito all’inizio degli anni ‘90, dopo aver lasciato la Calabria. L’impianto di Pontedera di Lerose è stato per anni il canale preferenziale dei conciatori per lo smaltimento del keu, i rifiuti del comparto che da sempre deve fare i conti con l’ambiente. Anche il keu è double-face: diventa risorsa, anche commerciabile, se si rispettano le leggi. Ma le certificazioni di qualità sono un miraggio e così il keu, miscelato con altri resti di cantiere, diventa una polvere utile a chi deve riempire sottofondi. Il keu è finito sotto la 429, ma non solo. Tracce di questo rifiuto - annotano gli inquirenti - sono state trovate nel Green Park di Pontedera (tanto che fu necessaria una bonifica) ma pure al ‘Forzini’ di Terranuova Bracciolini e a Massarosa. Ma all’Associazione Conciatori o al Consorzio Aquarno, della destinazione del keu, poco importa, non è affar loro. Ma Lerose è una risorsa, visto che i rapporti con lui, che una soluzione la trova, proseguono anche quando piovono diffide. "E’ vero che lui ci ha fatto un favore in tutti questi anni, è vero che noi si è sempre pagato questo favore. La convenienza è sempre stata reciproca". Già, perché in Regione c’è Alessandro Sanna che non chiude gli occhi davanti a dati che sballano e non concede deroghe al buio. Così come fu Fabio Zita ai tempi delle terre Tav, Sanna è il ‘’nemico’’ da aggirare, disinnescare, rimuovere se necessario. Questo fa intensificare i contatti tra conciatori e il sindaco di Santa Croce, Giulia Deidda. Il referente è Ledo Gori, capogabinetto prima con Rossi, poi con Giani, fino a ieri. ste.bro.
CronacaLa cosca, gli imprenditori, la politica. "Così la ’ndrangheta tesseva la sua rete"