REDAZIONE CRONACA

Costa Concordia, l’udienza sulla semilibertà chiesta da Schettino si tiene il 4 marzo a Roma

Nel 2017, l’ex comandante era stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio, provocando 32 vittime e centinaia di feriti

Concordia,13 anni fa il naufragio che costò la vita a 32 persone

Concordia,13 anni fa il naufragio che costò la vita a 32 persone

Firenze, 3 marzo 2025 – L'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, ha chiesto di poter accedere al regime di semilibertà. Nel 2017 era stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio provocando 32 vittime e centinaia di feriti. Schettino ha maturato il termine che gli consente di accedere alle misure alternative al carcere avendo già scontato la metà della pena. L'udienza davanti al Tribunale di sorveglianza di Roma si terrà martedì 4 marzo. Schettino, recluso nel carcere romano di Rebibbia, beneficia attualmente di 45 giorni all'anno di permessi ottenuti grazie alla buona condotta mantenuta nel carcere romano. L'ex comandante della Costa Concordia tre anni fa aveva ottenuto la possibilità di lavorare in carcere e gli era stato affidato il compito di contribuire alla digitalizzazione dei documenti giudiziari della strage di Ustica e della strage di via Fani a Roma con il sequestro e l'omicidio dello statista democristiano Aldo Moro.

Una delle persone sopravvissute al naufragio, Vanessa Brolli, 27 anni, che era in vacanza sulla Costa Concordia con i fratelli, i genitori e altri parenti per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni, ha dichiarato una volta appreso la notizia: "Dispiace sapere che potrebbe tornare a casa. Schettino deve pagare per le sue colpe. A prescindere dalla decisione dei giudici siamo certi che Schettino vivrà il resto dei suoi giorni con addosso il peso di questa tragedia. Questa è la più grande pena per lui. Anche se dovesse uscire dal carcere, dovrà convivere con questa colpa per tutta la vita".

Schettino aveva chiesto la revisione del processo davanti alla Corte di giustizia europea, senza ottenerla. Per questo era rimasto nel carcere di Rebibbia ma già dal 2022 godeva del permesso di uscire per lavorare. , inizialmente detenuto nel carcere di Grosseto, il 17 gennaio 2012 venne inviato agli arresti domiciliari nella sua casa di Meta di Sorrento. In quei giorni venne diffusa la famigerata telefonata con il capitano della Capitaneria di Livorno, Gregorio De Falco: l'ordine al comandante con quel "vada a bordo, c...." fece il giro del mondo. L'11 febbraio 2015 Schettino venne condannato in primo grado a 16 anni di reclusione dal Tribunale di Grosseto. Il 31 maggio 2016 la condanna a 16 anni venne confermata anche in secondo grado dalla Corte d'appello di Firenze. Il giudizio penale è stato confermato in via definitiva dalla Corte di Cassazione il 12 maggio 2017. Schettino si costituì nel carcere di Rebibbia immediatamente dopo la sentenza.