
Un bar deserto
Firenze, 1 febbraio 2021 – L’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio molte imprese. A pagare un prezzo salatissimo del forzato lockdown di questi mesi, sono stati, tra altre categorie duramente colpite dalla crisi, certamente i bar, i ristoranti, e le imprese del divertimento. La Regione Toscana ha perciò stanziato delle risorse per venire incontro a questi imprenditori. Contributi che sono una boccata d’ossigeno per quanti hanno dovuto chiudere forzatamente le porte delle loro attività, vedendo diminuite considerevolmente se non addirittura azzerate le entrate e i guadagni, a fronte di spese di vario genere che, in questi mesi, hanno comunque dovuto continuare a sostenere.
Misure di sostegno che vanno ad incidere su un tessuto economico importantissimo e fondamentale sia per Firenze che per l’intera Toscana. Lo dimostrano i numeri: a disposizione c’erano oltre 19 milioni e 543 mila euro, destinati ad aiutare appunto ristoranti, bar e imprese del divertimento che da gennaio a novembre 2020 avevano patito perdite per almeno il 40 per cento del fatturato. Al momento pare che di milioni ne potrebbero avanzare otto. Il bando annunciato a dicembre e aperto l’11 gennaio si è chiuso infatti con 4.936 domande presentate e 11 milioni e 526 mila euro e spiccioli di potenziali contributi richiesti. Ogni impresa poteva contare, per gli undici mesi presi in esame, su un indennizzo di 2500 euro. Alla fine le domande sono state meno del previsto.
“Gli otto milioni che da un primo esame delle domande non saranno spesi – assicura l’assessore al commercio e al turismo, Leonardo Marras -saranno comunque utilizzati per altri interventi di ristoro destinati al mondo della ristorazione e più in generale alla filiera del turismo, magari a chi non ha potuto partecipare al bando pubblicato ma che comunque ha patito ugualmente pesanti danni durante i mesi prima del lockdown e poi per la restrizioni imposte per contenere il rischio di contagi da coronavirus”. Prima dovrà però essere completata l’istruttoria: per chiudere il bando scaduto il 25 gennaio gli uffici regionali stimano che siano sufficienti i trenta giorni di lavorazione previsti dal bando per esaminare tutte le richieste. Ma quel che più conta, è che comunque, in questo momento di crisi, i titolari di ristoranti, bar e imprese del divertimento potranno a breve contare su risorse in grado di dare una boccata d’ossigeno a quanti, da diversi mesi, hanno pagato un prezzo altissimo della crisi Covid e del relativo lockdown.
Maurizio Costanzo