Firenze, 12 novembre 2020 - Sarà tutta per l'Italia la produzione del super-anticorpo monoclonale 'made in Italy' contro Covid-19 nel 2021. "Puntiamo a iniziare la sperimentazione di fase 1 per dicembre, e di arrivare alla fine della fase 2 rinforzata in primavera, per presentare a marzo il dossier per l'autorizzazione. L'obiettivo è di arrivare con le prime 100.000 dosi tra aprile e maggio. E possiamo dire che tutto quello che lo stabilimento Menarini di Pomezia potrà produrre nel 2021 sarà destinato all'Italia".
Parola di Fabrizio Landi, presidente di Fondazione Toscana Life Sciences (Tls) che, in un'intervista a due voci insieme a Lucia Aleotti, azionista e componente del Board di Menarini, fa il punto con l'Adnkronos Salute sulla ricerca italiana che ha portato a selezionare un potentissimo anticorpo monoclonale specifico contro Covid-19. Una ricerca guidata dal celebre scienziato Rino Rappuoli, 'padre' di tanti vaccini, chief scientist di Gsk Vaccines a Siena e coordinatore del Monoclonal Antibody Discovery (Mad) Lab di Fondazione Toscana Life Sciences.
"Il professor Rappuoli ci ha contagiato con il suo ottimismo - scherza Landi - ma davvero si tratta del frutto del lavoro di un gruppo di giovani cervelli eccezionali. Ci sarà la luce in fondo al tunnel: nei prossimi mesi arriveranno cure specifiche e vaccini".
Si sta creando un arsenale contro il virus, mentre oggi abbiamo solo il distanziamento e le mascherine. "Misure che però - riflette Landi - sono efficaci: basta controllare le vendite degli sciroppi per la tosse e degli antibiotici in farmacia, che sono crollate. Le persone non sviluppano i soliti malanni respiratori per via del distanziamento sociale". Nel frattempo "sta andando avanti la ricerca sul vaccino, anche se ho trovato molto irrituale - confida Landi - l'annuncio di Pfizer prima di consegnare il dossier. Detto questo, il vaccino ha un grosso problema di logistica: deve essere conservato nell'azoto liquido ed è per questo che è stato coinvolto il Pentagono. Ma certo i dati sono interessanti, e ne arriveranno altri. Inoltre siamo in 5 a lavorare sugli anticorpi monoclonali: 4 grandi farmaceutiche e noi con Menarini".
"Poi partirà la fase 2 rafforzata - continua Landi - che puntiamo a concludere tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, per un'approvazione solo per l'Italia sotto l'egida di Istituto superiore di sanità e Aifa (Agenzia italiana del farmaco). L'obiettivo è presentare il dossier a marzo e avere le prime 100.000 dosi tra aprile e maggio", ribadisce Landi.
"Pomezia ce la farà - assicura dal canto suo Lucia Aleotti - ci sono le competenze e le strutture, gli investimenti sono stati fatti e il motore è al massimo per superare questa sfida. Abbiamo 87 dipendenti dedicati e devo dire che, dopo aver incontrato i ricercatori del Mad (Monoclonal Antibody Discovery) Lab di Fondazione Toscana Life Sciences sono rimasta davvero impressionata: è un gioiello".
Al Mad Lab "lavorano 16 giovani cervelli italiani ma anche stranieri più Rappuoli, con le competenze giuste. Non servono gruppi enormi - assicura Landi - ma di alto livello, un po' come nell'Italia del Rinascimento". "Un ecosistema, quello toscano, fertile e produttivo", rivendica Aleotti. Che punta a lasciare il segno nella scienza e nella lotta alla pandemia.
"Questo farmaco noi pensiamo di farne qualche milione di dosi l'anno, per questo verrà negli stabilimenti di Menarini", ha detto il professor Rino Rappuoli. E a chi gli ha chiesto quanti posti di lavoro possa creare la produzione del farmaco al quale stanno lavorando per sconfiggere il Covid-19, Rappuoli ha risposto: "La tecnologia e la ricerca generano prodotti ed i prodotti generano posti di lavoro qualificati. Quindi quello che vedo io non è solo questo farmaco ma una catena che se investiamo bene, se riusciamo a costruire su queste basi che ci stiamo costruendo creeremo molti posti di lavoro".