Firenze, 11 ottobre 2020 - Ci si contagia in famiglia e fra amici, principalmente alle feste, ai ritrovi. Anche ai matrimoni, come accaduto ieri a Prato dove 7 degli 83 positivi avevano partecipato a un party nuziale. Sono prevalentemente i giovani a portarsi a casa il virus, a spargerlo – senza sintomi e dunque senza saperlo – in famiglia. Se a scuola si riesce a contenere faticosamente il numero dei contagi con il rispetto delle regole, con i tamponi ai primi sintomi, fuori ancora c’è troppa leggerezza nel mantenere comportamenti rigorosi. Evidentemente si fa fatica a digerire che solo il distanziamento e le mascherine ci possono aiutare finché non arriverà il vaccino.
Da non credere che si facciano ancora le feste in discoteca. Eppure si fanno. Feste private nei locali chiusi al pubblico: con un tam tam su whatsapp che richiama i giovani. Poi tutti dentro, a ballare e a scatenarsi come le notti d’estate in Costa Smeralda. Anche ieri sono arrivate segnalazioni alle forze dell’ordine da persone che, di nascosto, hanno filmato scene di normale divertimento in diversi locali toscani in un periodo in cui la normalità purtroppo può comportare rischi seri, soprattutto alla popolazione più fragile e indifesa.
Si contingenta la movida nelle piazze, più difficile scovare i party privati. In particolare a Firenze, la polizia ha elevato una multa da 400 euro al gestore della discoteca Otel e sospeso l’attività per 24 ore: la maggior parte dei clienti era assembrata senza indossare la mascherina.
I risultati dunque, purtroppo, si vedono. I nuovi casi positivi crescono ancora, insieme al numero dei tamponi. Ma se si osserva l’andamento dell’epidemia nel resto d’Europa e del mondo, non c’è da stupirsi se aumenteranno ancora. E dunque ogni giorno sarà un nuovo record: dopo il superamento del numero più elevato mai raggiunto nel corso della prima ondata epidemica, ieri i contagi in Toscana sono schizzati a 548. Traguardo negativo anche per l’intera settimana, che non si è ancora chiusa ma è già la peggiore dall’inizio della pandemia con 2.064 nuovi positivi – senza calcolare quelli di oggi – un numero che raddoppia i 1.013 registrati nella settimana precedente e supera i 1.845 della settimana nera tra il 23 e il 29 marzo. Cresce ancora la percentuale di nuovi positivi sui tamponi effettuati, siamo al 4,88% su una media nazionale del 4,15%, in linea con i dati peggiori dell’aprile scorso, quando però si faceva meno della metà dei tamponi. Ma non è tutto buio. A controbilanciare i dati negativi c’è da segnalare il numero di tamponi, il più alto raggiunto: 11.237. Che crescerà ancora con l’introduzione dei test rapidi per gli studenti, 5.000 al giorno, con l’ordinanza che il neogovernatore Eugenio Giani firmerà domani.
Di buono c’è che ancora la maggoranza dei casi è priva di sintomi, anche se purtroppo tra i 548 positivi di ieri 20 hanno avuto bisogno di ricovero. E dunque il numero delle persone in ospedale, nei reparti Covid sale a 190 (di cui 30 in terapia intensiva). Proprio questa crescita esponenziale dei casi, con un tasso di occupazione crescente dei letti, ha spinto le Asl a riallestire i reparti Covid che avevano cominciato a chiuedere a maggio. All’ospedale di Ponte a Niccheri, alle porte di Firenze, domani riaprirà una Medicina Covid con 15 letti. Nella consapevolezza che, stavolta, non si potranno chiudere le attività sanitarie, è necessario intervenire sulla prevenzione, per non far crescere il numero dei ricoveri. Per ora gli ospedali non sono in sofferenza. Anche perché l’età media dei contagiati resta relativamente bassa. Fra i casi di ieri 41 anni circa con il 20% che ha meno di 20 anni, il 25% tra i 20 e i 39 anni, il 37% tra i 40 e i 59 anni, il 14% tra i 60 e i 79 anni e il 4% di ultraottantenni.