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Covid, i colori delle regioni: ecco cosa cambia dal 7 gennaio

Il monitoraggio dei 21 parametri e le valutazioni dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute. La situazione in Liguria e Umbria

Controlli della polizia

Controlli della polizia

Firenze, 2 gennaio 2020 - I colori delle regioni cambiano a partire dal 7 gennaio. Fino a quella data vale il dpcm Natale che ha portato a colori uniformi in tutte le regioni: arancione nei giorni lavorativi e rosso in festivi e prefestivi. Il che ha portato a un Natale e un Capodanno con gli italiani blindati in casa. Ma dal 7 gennaio potrebbe cambiare tutto. Si attendono infatti le valutazioni regione per regione della cabina di regia creata dal Governo e dell'Istituto superiore di sanità. Sono 21 i parametri che devono essere valutati per dare un nuovo colore alle regioni a partire dal 7 gennaio. La situazione varia da zona a zona. 

Toscana zona gialla dal 7 gennaio

L'ultimo report dell'Iss ha evidenziato la risalita dell'indice Rt a 0.93. "In particolare - analizza l'iss - 9 Regioni e province autonome sono classificate a rischio basso: 11 sono classificate a rischio moderato, di cui tre (Emilia-Romagna, Valle d'Aosta e Veneto) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l'attuale trasmissibilità. Una Regione (Sardegna) ha una classificazione del rischio 'non valutabile' -equiparato a rischio alto- data la bassa percentuale di completezza dei dati".

Il tutto mentre le regioni sono al lavoro per la vaccinazione da covid: le dosi cominciano ad arrivare e il lavoro è sostenuto giorno per giorno. Si tratta però di una campagna vaccinale epocale e le difficoltà non mancano. Ma ecco la situazione.

Liguria

L'indice Rt in Liguria si è alzato nelle ultime settimane. E l'ultimo monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità pone la regione ponte l'indice Rt superiore a 1. Uno scenario che, dicono gli esperti, deve essere un'allerta e deve portare tutti a rispettare le regole. "Arrivare a un Rt superiore a 1.2, 1.3 o 1.4 vorrebbe dire mettere in serio pericolo la tenuta del sistema", dice il responsabile Prevenzione dell'Azienda ligure sanitaria (Alisa) Filippo Ansaldi. La Liguria dunque è una delle regioni la cui situazione viene posta sotto la lente dall'Istituto Superiore di Sanità. Chiede di non fare allarmismi il presidente della Regione Liguria Toti

"La Regione Liguria - dice - è inquadrata nell'area di rischio moderato, lo dico perché qualcuno ama sempre fare più allarmismo di quanto non sia utile. E dunque oggi saremmo in fascia gialla. Il nostro Rt - ha spiegato - in queste ore viaggia tra 1 e 1,7. Siamo sostanzialmente in una situazione di stabilità, ma il combinato disposto di tutti i nostri parametri, comprese la discesa dei letti ospedalieri occupati sotto il 40% delle medie intensità e sotto il 30% delle terapie intensive inquadra la Liguria nelle regioni a rischio moderato".

Umbria

In Umbria, secondo il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Brusaferro, c'è una probabilità superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione posti letto in area medica. Preoccupano dunque i posti letto. "Le soglie - ricorda Brusaferro - sono quelle che abbiamo identificato perché si possa garantire, contemporaneamente all'assistenza Covid, anche quella a tutte le altre attività assistenziali". L'Umbria ha una probabilità superiore al 50% di superare la soglia critica anche per quanto riguarda le terapie intensive. L'indice Rt in Umbria si attesta attualmente a 0.8. La possibilità che l'Umbria dunque diventi zona gialla a partire dal 7 gennaio è concreta. Ma bisognerà attendere il 4-5 gennaio quando ci saranno le decisioni definitive.