Pisa, 9 settembre 2023 - “E’ finita l’emergenza, ma non è finito il Covid, che resta tra noi, si diffonde e fa star male. Dobbiamo tenerlo domato. E sorvegliato”. Usa queste parole l’infettivologo Francesco Menichetti, presidente Gisa, gruppo italiano per la Stewardship Antimicrobica ed ex direttore di Unità Operativa Malattie Infettive presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. “L’aumento dei casi del 44% durante l’ultima settimana rappresenta un segnale da non sottovalutare. Quel che sta accadendo era ampiamente atteso. Il fatto è che con la caduta degli obblighi le persone hanno creduto che il problema non esistesse più. Ma non è così. Per questo, auspico un’adesione convinta alla campagna vaccinale di ottobre. Dobbiamo proteggere soprattutto i fragili e gli anziani”. “Siamo di fronte a continue sottovarianti di Omicron - prosegue il professore -. Ci sono dei segnali riguardo al fatto che alcune di queste sottovarianti potrebbero essere di nuovo pericolose per i polmoni. Dunque, dobbiamo stare molto attenti”.
Siamo fuori dall’emergenza ma non dall’epidemia, insomma.
“Proprio così. Sia chiaro: siamo in una situazione ben diversa dal periodo buio dei lockdown. Ma questi nitidi segnali di ripresa devono essere considerati per quello che sono: una chiamata al senso di responsabilità. Pertanto, se un bambino non sta bene deve rimanere riguardato a casa. Lo stesso vale per l’adulto. Chi ha dei sintomi deve tenere dei comportamenti corretti, rispettosi nei confronti degli altri”.
Vanno rispolverate le mascherine?
“In caso di particolare affollamento sarebbe meglio utilizzarle. E poi bisogna favorire il ricambio d’aria e ricordarci di igienizzare le mani. Il Covid non è stagionale, ma continuo. Abbiamo comunque vaccini e terapie. Abbiamo imparato a conviverci. Dobbiamo dunque avere comportamenti responsabili. E proteggere i più fragili dal Covid grave. Dobbiamo essere prudenti per far sì che il virus non galoppi sfrenatamente. Certo, se poi l’Iss dovesse registrare dati preoccupanti in termini di ricoveri, di posti letto occupati nelle terapie intensive e di decessi, allora sì che dovranno essere introdotte nuove regole. Ma speriamo che appunto sia sufficiente il buon senso della popolazione”.