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Covid, lo studio sui pazienti guariti: "Tosse e insonnia rimangono fino a un mese dopo"

A un mese dalla guarigione il 30% lamenta problemi polmonari e il 15% non ha ancora recuperato gusto e olfatto: ecco tutti i dati dello studio condotto dall’Aou Careggi su circa 400 pazienti dimessi

Radiografia

Firenze, 2 dicembre 2020 – Dal Covid si può guarire, eppure, prima di tornare a uno stato di normalità e salute piena, in molti pazienti il recupero in molti casi può prevedere alcune settimane. Periodo in cui questi pazienti, che sono stati ricoverati in ospedale, hanno continuato ad avere alcuni sintomi come stanchezza, difficoltà respiratorie e facile affaticamento. Le conseguenze di tipo polmonare sono quelle che permangono con più frequenza anche a distanza di tempo. Ma ci sono anche altre conseguenze che permangono nel tempo, come insonnia e sonno disturbato.

Sono proprio queste infatti le conseguenze più frequenti che lascia dietro di sé il Covid-19 nei soggetti che sono risultati positivi. L'azienda ospedaliera universitaria di Careggi fin dal marzo scorso ha iniziato a studiare e curare i pazienti dimessi dalla struttura dopo aver contratto il Coronavirus. Quasi 400 i pazienti dimessi che hanno partecipato alla ricerca e hanno risposto al questionario di 45 domande. A coordinare il lavoro il professor Francesco Fattirolli, direttore della struttura organizzativa dipartimentale di riabilitazione cardiologica. Alcuni dati della ricerca vengono anticipati dal settimanale Toscana Oggi. Questi i dati nel dettaglio dello studio: a un mese dalla guarigione il 30% di coloro che sono stati ricoverati in ospedale per Coronavirus lamenta problemi polmonari, il 20% dice di avere ancora tosse, il 15% non ha ancora recuperato gusto e olfatto e un altro 20% soffre di insonnia. «È un lavoro - spiega Francesco Fattirolli, direttore della struttura organizzativa dipartimentale di riabilitazione cardiologica di Careggi e coordinatore dello studio - che sarà rilevante anche dal punto della ricerca scientifica. Questo virus ci ha preso di sorpresa, non lo conoscevamo. Anche grazie a questo programma le nostre conoscenze si ampliano». Quasi 400 i pazienti dimessi che hanno partecipato alla ricerca e hanno risposto al questionario di 45 domande. «Le conseguenze di tipo polmonare –come ha spiegato il professor Francesco Fattirolli a Toscana Oggi - sono quelle che permangono con più frequenza anche a distanza di tempo. La funzione respiratoria è relativamente normale ma in alcuni, all'analisi della Tac del torace, restano dei segni a livello della struttura del polmone che denotano con molta probabilità gli esiti della malattia».

 

Maurizio Costanzo