Firenze, 8 novembre 2020 - ’Chiuso’ per sovraffollamento. Per tre ore, fino alle 19 di ieri, il pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Empoli ha dirottato sulla struttura di Careggi i nuovi pazienti in arrivo, a eccezione dei codici rossi. Quando è scattata la misura di salvaguardia, decisa dalla direzione sanitaria dell’Asl Toscana centro, c’erano tre ambulanze in coda e 31 persone in ‘boarding’, vale a dire tutte contemporanemente presenti nell’area del pronto soccorso, 16 delle quali positive al coronavirus. In tempo di pace il numero non sarebbe stato neppure così eccezionale, ma il rischio di non riuscire a mantenere il distanziamento né percorsi separati, ha fatto scattare la misura preventiva.
Ogni giorno è una battaglia, con il numero dei casi ancora in crescita: ieri la Toscana ha polverizzato i precedenti record con 2.787 nuovi positivi registrati in 24 ore. Lievitata l’incidenza del virus al 27,6 per cento nelle 10.087 persone testate, esclusi tamponi di controllo. In tutto i test molecolari effettuati sono stati 18.143 oltre ai 4.087 tamponi antigenici rapidi.
La pressione è in costante aumento in tutti i pronto soccorso degli ospedali della Toscana. Il sovraffollamento della struttura di emergenza di Empoli è uno dei campanelli d’allarme che la ricettività del sistema ospedaliero è ormai prossima al raggiungimento della soglia di guardia. Altri stanno già suonando da giorni mettendo il sistema in allerta. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica la Toscana, con il 41% di occupazione delle terapie intensive, ha superato la prima soglia di sicuerezza (30%) e si approssima alla seconda (43%).
La previsione dell’Agenzia regionale di sanità non è delle più tranquillizzanti: tra una settimana esatta, il 15 novembre, in Toscana si stima un numero di 2.285 ricoverati in Toscana, di cui 309 in terapia intensiva. C’è una settimana di tempo per potenziare il numero di posti letto. Oltre i 2.000 ricoveri, in base al piano di emergenza ospedaliera varato dalla Regione, scatta l’attivazione di tutte le aree Covid in tutti gli ospedali pubblici e nel privato convenzionato e contestualmente la riduzione di tutta l’attività di ricovero programmato e dell’attività chirurgica, fatta eccezione per l’oncologia e l’alta specializzazione.
Già raggiunto e superato il numero massimo di ricoveri del picco della prima ondata epidemica (il 3 aprile), gli ospedali stanno facendo piroette per aprire nuovi reparti e trasferire le attività ordinarie all’esterno, come la chirurgia, con l’ausilio del privato convenzionato. Careggi, che a ieri contava 200 ricoveri, di cui 22 in terapia intensiva, sta lavorando a un piano straordinario: altri 200 posti (l’ospedale ne conta in tutto 850), saranno allestiti in progress. Sono già state liberate due aree del Cto. Il primo filtro per evitare gli ingorghi in pronto soccorso e gli intasamento dei posti letto arriva dai medici di famiglia che, in caso di pazienti con sintomi lievi, possono far scattare la filiera con visita domiciliare del team Usca (medico e infermiere) anche negli alberghi sanitari, le cui camere disponibili arriveranno presto a 1500. Ora sono 937, di cui 621 occupate.
Il secondo filtro arriva dal 118: ogni 100 chiamate per Covid, 20 persone vengono accompagnate in pronto soccorso, le altre sono gestite direttamente o dirottate sul percorso medico di famiglia e Usca.