Firenze, 31 dicembre 2021 - Numeri impressionanti e un grandissimo caos che frastorna. Per i cittadini è difficile orientarsi, capire che cosa fare tra code al limite del sostenibile per i tamponi e regole che cambiano per la liberazione dalla quarantena e dall’isolamento. Mentre il sistema sanitario è sotto stress su più fronti, per la carenza di personale (aggravata dalle assenze per isolamento e sospensioni da rifiuto dell’obbligo vaccinale) e per l’impetuosa crescita della curva epidemica. Ieri la Toscana è risultata la regione più nei guai: quella con il tasso più elevato di nuovi positivi e con la maggior percentuale di positività riscontrata ai tamponi di prima diagnosi. L’effetto di Omicron – che ormai si è quasi completamente sostituita alla variante Delta – è devastante. Negli ultimi sette giorni è risultato positivo al Covid un toscano ogni 91 abitanti (con un tasso di incidenza di 1.089 su 100mila), per un totale di 40.201 nuovi casi e un aumento sui sette giorni precedenti del 267% (va peggio nella città metropolitana di Firenze dove l’incremento supera abbondantemente il 300%). Le diagnosi di positività sui tamponi sono schizzate al 69,6% (una percentuale così alta non si era mai vista).
AGGIORNAMENTO: il bollettino Covid per la Toscana del 31 dicembre (clicca qui)
I numeri sono sottostimati e destinati a crescere ancora fino al punto in cui non sarà possibile diagnosticare un numero maggiore di casi per raggiunta capacità di tamponamento (nell’ultimo report tra molecolari e rapidi in Toscana ne sono stati effettuati 69.759, il record). Il tracciamento è saltato e con questi numeri è impossibile recuperarlo: non basterebbe l’esercito. Occorre un cambio di strategia per concentrare le risorse professionali sulle priorità e in ottica di prevenzione vaccinazione in primis. Indispensabile facilitare la certificazione di fine isolamento per malattia e quarantena per evitare che migliaia di persone siano costrette a restare chiuse in casa o fuori dal lavoro una volta guarite, la Regione sta lavorando anche su questo. Attualmente a fine malattia, dopo 10 giorni, se asintomatici da 3, si può effettuare un tampone molecolare o rapido antigenico da laboratorio dietro presentazione di ricetta dematerializzata del medico. L’accertamento di negatività viene trasmesso alla Asl che produce un certificato di fine isolamento. Stesso iter, ma dopo 21 giorni, per la riammissione al lavoro. Si sta cercando di snellire la procedura rendendo valido anche il tampone antigenico rapido a risposta immediata e, cosa più importante, sul contestuale invio automatizzato di certificazione, come ha già fatto la provincia autonoma di Trento.
In questo panorama confusionario sono già al limite i pronto soccorso: i pazienti restano in barella anche oltre 72 ore prima che venga trovato un posto in reparto. Elevata la casistica di quanti, giunti in pronto soccorso per cause indipendenti dal Covid, risultano positivi, necessitando di essere isolati. Se consola il fatto che la variante sembra essere meno aggressiva, gli ospedali sono già in difficoltà per carenza di personale e p er l’elevato numero di pazienti con altre patologie che non possono essere dimessi. Comunque ampliando la platea dei positivi cresce anche il tasso di occupazione di posti letto. I ricoverati sono 676 contro i 453 di sette giorni prima, con un incremento del 50%.
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