Firenze, 28 gennaio 2025 – Una rete criminale con legami alla camorra è stata smantellata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze. L'organizzazione, attiva tra Toscana, Campania ed Emilia-Romagna, era dedita a reati economico-finanziari come emissione e utilizzo di fatture false, indebite compensazioni, riciclaggio e associazione per delinquere.
Su richiesta della DDA, il giudice per le indagini preliminari di Firenze ha emesso misure cautelari personali per 17 indagati: sei sono finiti in carcere, uno agli arresti domiciliari e dieci sono stati interdetti dall’assunzione di cariche in aziende. Contestualmente, sono stati disposti sequestri preventivi per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro, tra beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie.
L’operazione ha visto impegnati i comandi provinciali della Guardia di Finanza di Firenze e Modena, lo Scico e la Polizia di Stato di Siena, supportati dalle questure di Livorno, Firenze, Pisa e Napoli. Gli arresti e i sequestri sono avvenuti in sei regioni: Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto, Campania e Calabria.
L’inchiesta, avviata nel 2021, ha preso le mosse dall’approfondimento sulla figura di un commercialista originario di Torre del Greco (Napoli) con studi a Torre Annunziata e Poggibonsi (Siena). L’uomo intratteneva rapporti con pregiudicati, inclusi soggetti legati alla criminalità organizzata campana, e con un gruppo già coinvolto in reati economici.
Secondo quanto spiegato dal procuratore capo Filippo Spiezia, il professionista era esperto nel creare società fittizie per riciclare denaro e ottenere profitti illeciti attraverso un sistema di false fatturazioni e indebite compensazioni. Al centro del sistema c’era una rete di circa 600 dipendenti, principalmente stranieri o provenienti dalla Campania, utilizzati come manodopera in aziende riconducibili al gruppo criminale, attive nel settore della lavorazione delle carni.