
Da sinistra Gianluca Bazzica e Federico Calderini
Perugia, 5 agosto 2018 - La prima maglietta di Ronaldo, autografata a poche ore dal contratto con la Juve, la custodisce nel caveau della banca, ed è pronto a organizzare un’asta di beneficenza «a favore di un’associazione che si occupa di curare i bambini». «Mi hanno offerto anche 90mila euro ma non ci ho mai voluto speculare. Sia per rispetto ad un grande atleta, che per quanto accaduto dopo. Mi sono sentito mortificato e offeso».
Lui è Gianluca Bazzica, imprenditore 42enne di Foligno, al centro del giallo in Grecia con l’inviato di SportItalia. Si è già rivolto agli avvocati Giancarlo Viti e Sandro Picchiarelli per tutelare l’immagine sua e delle sue bimbe.
Il cuore batte rossonero ma nel Resort ‘The Westin’ a Costa Navarino Bazzica ha incontrato Cr7 nei giorni caldi della trattativa con il club torinese e ha immortalato l’incontro con Andrea Agnelli. «La foto pubblicata da SportItalia l’ho fatta io e l’ho inviata al giornalista prima che la sicurezza me la facesse cancellare», spiega mostrando lo scatto originale.
Eppure è stato ‘accusato’ di averla rubata quella maglietta. Ci spiega come è andata?
«Semplice. Il giornalista mi ha consegnato due magliette all’esterno del Resort dove lui non poteva entrare. Una della Juventus e l’altra di SportItalia. Mi ha detto che gli avrebbero dato un bonus economico se riusciva a farla firmare. Gli serviva una foto o un video di Ronaldo che l’autografa in diretta, come prova che non fosse una bufala. Mi ha detto ‘la maglietta tienila pure, io sono del Napoli e non ci faccio niente’.
E poi? Cosa è successo?
«Ho avuto una discussione con il giornalista per la foto con Agnelli. Gli avevo detto di non pubblicarla, di aspettare. Invece...».
E l’autografo?
«Il 10 luglio ho fermato Ronaldo in spiaggia, stava rientrando in villa dopo una passeggiata con la compagna, il figlio e le guardie del corpo. Gli ho chiesto l’autografo. L’ha fatto ma si è rifiutato di fare la foto. Era un po’ nervoso, mi ha detto ‘l’abbiamo fatta ieri... sarà per un’altra volta’».
Quale foto?
«Il giorno prima si era avvicinato lui, insieme al figlio. Voleva fargli fare uno scatto con le mie bimbe. Il bambino non aveva voluto e allora si era fatto fotografare lui in mezzo alle bambine».
Come nasce il contatto con il giornalista?
«Attraverso mio cugino, un appassionato della Juve».
Cioè?
«Ho visto che c’era un inviato della trasmissione davanti all’albergo – interviene il cugino, Federico Calderini – gli ho scritto dicendo che potevamo aiutarli a farsi fare l’autografo, in cambio volevo la maglietta e due abbonamenti allo stadio. Della maglietta mi ha detto subito sì, degli abbonamenti che dovevano vedere».
Di lì le trattative...
«Ho preso contatti con il giornalista e l’ho aiutato, girandogli le foto della villa di Ronaldo, dandogli la pass wi-fi per le dirette e le notizie, compreso l’arrivo di Agnelli. All’inizio l’ho fatto per mio cugino che è un tifoso. Io sono anti-juventino ma sono uno sportivo e rispetto Ronaldo che è stato disponibile e gentile. Non ho mai avuto intenzione di speculare sulla sportività di un atleta».
E’ scoppiato il finimondo...
«Il giornalista mi ha ricontattato dicendo che aveva bisogno della maglietta, che me l’avrebbe ricomprata. Mi hanno dato del ladro, sono stato linciato: è un comportamento scorretto che non mi appartiene e me la vedrò con l’autorità giudiziaria».
Cosa intende fare?
«La maglietta andrà all’asta e il ricavato andrà a un ente che aiuti i bambini».