Pisa, 14 luglio 2021 - È morta la scrittrice Luisa Adorno, pseudonimo di Mila Curradi Stella, che il prossimo 2 agosto avrebbe compiuto 100 anni. La casa editrice palermitana Sellerio, che ha pubblicato tutti i suoi romanzi, piange la scomparsa della scrittrice, avvenuta il 12 luglio a Roma. I funerali si terranno oggi, mercoledì 14 luglio, alle ore 16, nella chiesa romana dei Santi Antonio e Annibale Maria.
Gli editori Olivia e Antonio Sellerio “profondamente addolorati piangono la scomparsa della cara Mila Curradi Stella in arte Luisa Adorno. Ne rimpiangono la grande intelligenza e l’ironia, il rigore morale, la grazia della scrittura. Ricordano commossi l'antica amicizia ereditata dalla madre Elvira e insieme ai collaboratori della casa editrice si uniscono con affettuosa partecipazione al dolore del figlio Luigi e della famiglia". "La vita", in un felice connubio di lessico familiare, dialetto siciliano, umorismo e esperienze segnate dal dramma della guerra, permea tutti i romanzi di Adorno. Nata a Pisa nel 1921, sorella dello scrittore Mauro Curradi (1925-2005), si trasferì a Roma nel 1943 e partecipò alla Resistenza. Laureatasi in lettere nel 1946, ha insegnato per quasi 40 anni nelle scuole medie e superiori. Dopo aver collaborato con diversi pseudonimi alle riviste "Il Mondo" di Mario Pannunzio e "Paragone", nel 1962 pubblica "L'ultima provincia" (Rizzoli, 1962; ripubblicato da Sellerio nel 1983), racconto a sfondo autobiografico del girovagare per l'Italia di un prefetto di origine siciliana con la famiglia. Fu allora che adottò lo pseudonimo di Luisa Adorno per far sì che non fosse riconosciuto il protagonista del libro, ovvero il prefetto, suo suocero. Luisa Adorno ha vinto nel 1985, con "Le dorate stanze" (Sellerio), il Premio Prato-Europa e il Premio Pisa, storia dell'amicizia scanzonata fra tre ragazze che segue l'avvicendarsi di anteguerra, guerra e liberazione. Nel nel 1990, con "Arco di luminaria" (Sellerio), ha vinto il Premio Viareggio e il Premio Racalmare-Leonardo Sciascia: narrazione della 'strategia', nutrita di tolleranza e gioia di vivere, messa in atto da una famiglia ancora patriarcale per salvare i propri valori (in particolare l'amore per la terra) senza rifiutare il nuovo del mondo che cambia. Nel 1995, con "Come a un ballo in maschera" (Sellerio), ha vinto il Premio Donna Martina Franca; nel 1999, con "Sebben che siamo donne" (Sellerio), il Premio Vittorini. Altre pubblicazioni a firma di Luisa Adorno sono "La libertà ha un cappello a cilindro" (Sellerio, 1993), "Foglia d'acero: il diario ritrovato" (Sellerio, 2001), "Tutti qui con me" (Sellerio, 2008). E' stata anche collaboratrice di "L'indice dei libri del mese", "Abitare" e "Italianieuropei". Insignita nel 2000 dell'onorificenza di Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, Adorno si è distinta nel tempo per la partecipazione a numerose attività culturali: come testimone al convegno "100 anni di scrittrici, 100 libri di donne" (assieme a Dacia Maraini, Fernanda Pivano, Inge Feltrinelli, Elvira Sellerio, Salone del libro di Torino 16-21 maggio 1996), come giudice nella commissione del Premio Letterario Brancati-Zafferana su Letteratura e Resistenza, come vice presidente dell'Associazione Amici di Leonardo Sciascia, come traduttrice, assieme a Jyrina Stastnà, del romanzo di Helena Smahelova "La fermata del treno dei boschi". Il Fondo Luisa Adorno dal 1999 è depositato presso l'Archivio di Stato di Firenze a cura dell'Archivio per la memoria e la scrittura delle donne Alessandra Contini Bonacossi. Si divide in due nuclei distinti: il primo è formato dai dattiloscritti e manoscritti delle opere già edite, alcuni dattiloscritti si presentano in duplice redazione - manoscritta e fotostatica - con varianti significative, e il secondo composto da vari documenti quali recensioni, partecipazioni a convegni, presentazioni di testi, articoli già pubblicati in riviste, anche bozze di futuri racconti, e lettere varie.
Maurizio Costanzo